Komorebi, luce tra le foglie

La cultura giapponese è da sempre legata all’armonia della Natura ed esistono espressioni o parole impossibili da tradurre, ma che fanno riferimento ad un determinato contesto. Il termine Komorebi ne è un esempio e il suo concetto è lirico e poetico nello stesso tempo, il significato più corretto che potremmo dare a questo termine è “luce che filtra dalle foglie degli alberi”.

La parola komorebi (木漏れ日) è composta, infatti, da tre kanji: albero(), filtrare (漏れ) e luce, sole (). Komorebi è un diretto connettersi con la natura, con le radici, ma esprime anche uno stato d’animo, una sensazione, perché attraverso la luce che filtra dalle foglie degli alberi l’animo si sente rincuorato e uno stato di rinascita, di cambiamento e di serenità riempirà la nostra mente.

Questa luce che filtra tra le foglie degli alberi ha ispirato artisti e poeti e anche nella produzione cinematografica è stata spesso usata questa tecnica accompagnata da silenzio assoluto o da una musica lieve, soffusa. Lo stesso regista Akira Kurosawa nell’iconico film “Rashomon” riesce a trasportare questa sensazione nel cinema e a trasmetterla agli spettatori.

Pensate che esiste anche l’espressione “komorebi ni nureru”, cioè “bagnarsi nella luce che filtra tra gli alberi” e che rende completamente l’idea di come perdersi in quella distesa di luce mite, dolce, armoniosa, possa riappacificare l’anima e avere un senso di appartenenza con la natura.

In queste giornate di autunno, mentre passeggiamo in un viale alberato, proviamo ad alzare il nostro sguardo in cielo e godiamo della luce discreta, mite e sobria di questa stagione, quella luce che filtrando tra le foglie degli alberi, vi assicuro, che vi trasporterà in una dimensione sospesa e riuscirà a farvi dimenticare per un po’ quelle piccole preoccupazioni quotidiane che spesso gravano sul nostro animo.

Memoru Grace

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