Hokkaido è l’isola più a nord del Giappone e patria dell’antica popolazione indigena, gli Ainu. Gli Ainu (il cui significato della parola è “uomini”, secondo la loro lingua) sono una popolazione di origini antiche e misteriose, con lingua, cultura, tratti somatici differenti da quelli giapponesi. Gli uomini, dai capelli lunghi e dalle barbe folte erano spesso cacciatori e pescatori, mentre le donne, che tatuavano in età di matrimonio, mani, braccia e labbra, erano detentrici della cultura e delle tradizioni orali del popolo.
Alla fine dell’Ottocento, l’isola di Hokkaido diventò parte dell’Impero del Grande Giappone e gli Ainu furono costretti ad adottare nomi giapponesi e ad adattarsi ad una nuova cultura. Nella panoramica storica e culturale dell’epoca Meiji, in Giappone, il governo coloniale dell’Hokkaido aumentò l’immigrazione di persone di etnia giapponese a Hokkaido, trasferendo, in contemporanea, molte comunità Ainu, cercando anche di scoraggiare le loro pratiche culturali e tradizionali, forzando la loro assimilazione nella società giapponese, unico modo per sopravvivere e sostenersi.
Proprio in quell’angolo di mondo, nel pieno del periodo Meiji, nacque l’8 giugno del 1903 Yukie Chiri da una famiglia Ainu originaria di Noboribetsu. A sei anni, a causa di alcuni problemi finanziari dei genitori, venne mandata dalla zia Imekanu, missionaria Ainu e poetessa lirica che aveva già raccolto un patrimonio poetico da sua madre, esperta narratrice di storie Ainu.
Imenaku si convertì al cristianesimo e nell’ambiente della Chiesa conobbe il missionario laico John Batchelor laico John Batchelor, uno dei più esperti studiosi della lingua e della cultura del popolo Ainu.
Batchelor presentò a Imenaku, Kyōsuke Kindaichi, linguista ed etnologo che in quel periodo stava intraprendendo gli studi in merito agli yukar, saghe epiche della letteratura tramandate oralmente in lingua Ainu.
Yukie Chiri che, nel frattempo, era diventata perfettamente bilingue (Ainu e giapponese) e, nonostante il bullismo subito a scuola a causa dei pregiudizi nei confronti del suo popolo di appartenenza e un complesso senso di inferiorità etnica di cui soffrivano la maggior parte dei ragazzi della sua età, eccelleva negli studi linguistici e aveva la capacità di memorizzare interi racconti orali tradizionali.
Kyōsuke Kindaichi che aveva già conosciuto la zia Imenaku, trovò in Yukie Chido una ragazza dal talento linguistico superlativo e riconobbe in lei delle capacità e del potenziale unici. Le volle, quindi, parlare del suo lavoro, della sua ricerca di trasmettitori Ainu della letteratura orale per la conservazione del folklore e la preservazione delle tradizioni culturali di un popolo che non era rappresentato.
Yukie si entusiasmò del progetto di Kindaichi, la sua esigenza di affermazione come rappresentante di una cultura orale a rischio di estinzione, la portò a collaborare con il linguista. Non potendo, però, viaggiare per un problema cardiaco fin dall’infanzia, Yukie Chiri ricevette da Kindaichi, che nel frattempo era tornato a Tokyo, dei quaderni vuoti dove poter annotare tutto ciò che le veniva in mente sulla cultura e la lingua Ainu e dove poter trascrivere i canti della nonna.
La lingua Ainu, però, non ha una scrittura e le parole sono aria, vento e voce, per cui, la ragazza iniziò a trascrivere prima i suoni in alfabeto romano, per esprimere meglio i suoni della sua lingua e poi li tradusse in giapponese. Pian piano, quindi, portò avanti la sua raccolta e trascrizione degli yukar.
Nel 1922 Yukie Chiri riuscì a raggiungere Tokyo e a collaborare attivamente al progetto di Kindaichi, nella traduzione e nella raccolta delle storie, ma dopo qualche mese, nella stessa notte in cui aveva completato la sua prima antologia yukar, morì per un’insufficienza cardiaca, all’età di soli 19 anni.
L’anno seguente l’antologia di Yukie Chiri fu pubblicata con il titolo “Ainu Shinyōshū” (“Una raccolta delle epopee degli dei Ainu”), ma Kindaichi portò in stampa il manoscritto con il solo nome della ragazza che aveva curato prefazione e contenuto.
L’opera ottenne grandi consensi all’epoca e aiutò a creare uno spirito di ritrovato rispetto per la cultura del popolo Ainu tra i lettori giapponesi.
Ancora oggi è una delle opere di maggiore spessore e importanza per quanto riguarda lo studio dello yukar.
Anche il fratello minore di Yukie Chiri continuò la stessa strada della sorella e divenne un apprezzato studioso linguista.
Nell’aprile del 2019 il governo giapponese promulgò la legge che riconosce gli Ainu come popolo indigeno del Giappone, eliminando ogni forma dispregiativa nei loro confronti.
A quasi cento anni dalla scomparsa di Yukie Chiri, nel 2020, è stato inaugurato un museo nazionale dedicato agli Ainu, l’Upopoy e il Parco nazionale che circonda il museo. All’interno molte stanze espositive, laboratori multimediali e spettacoli di musica e danza tradizionali, tra cui la “danza dell’antico rito Ainu”, riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
La vita della giovane Yukie Chiri così breve, ma così importante è ancora oggi simbolo dell’identità culturale e linguistica di un popolo, una giovane ragazza che fa parte della Storia, quella da ricordare e da raccontare.
Vi lascio il riferimento del link del Museo Nazionale dedicato agli Ainu: https://ainu-upopoy.jp/en/
Grazia

Ciao! Che piacere vedere qualcuno interessato alla vita di Yukie e alla sua opera 🙂 lo scorso ottobre è uscita per Libreria Editrice Cafoscarina la traduzione italiana di Ainu Shin’yōshū! Si intitola “Ainu Yukar di Chiri Yukie. Raccolta di canti della mitologia ainu”.
È stato tradotto direttamente dalla lingua ainu, non dal giapponese, per mantenere le peculiarità semantiche degli yukar originali. E la seconda parte del libro ha le lettere che Yukie scrisse dal 1915 fino alla morte! Consiglio vivamente 😊
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Ciao! Che piacere vedere qualcuno interessato alla vita di Yukie e alla sua opera 🙂 lo scorso ottobre è uscita per Libreria Editrice Cafoscarina la traduzione italiana di Ainu Shin’yōshū! Si intitola “Ainu Yukar di Chiri Yukie. Raccolta di canti della mitologia ainu”.
È stato tradotto direttamente dalla lingua ainu, non dal giapponese, per mantenere le peculiarità semantiche degli yukar originali. E la seconda parte del libro ha le lettere che Yukie scrisse dal 1915 fino alla morte! Consiglio vivamente 😊
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Bellissimo che la Cafoscarina si sia occupata di questa traduzione! Ed è ancora più bello dialogare con persone con le medesime passioni. Grazie davvero per il tuo commento. 😊
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