Just Between Lovers – Splendore dell’anima

Credo che ogni opera possa comunicarci una musica, un colore, una sensazione o tutte queste cose messe insieme, per cui, se penso a “Just Between Lovers” mi viene in mente il colore azzurro, quello, però, del cielo della sera, nei pochissimi minuti dopo il tramonto. In una breve frazione di tempo riesco a percepire tutte le emozioni del cielo ed è tale la sensazione che mi ha lasciato questa serie, un viaggio nelle anime sensibili di persone comuni, nelle loro solitudini, nei loro dolori che il tempo ha solo attutito, ma che restano vive nel ricordo o anche solo in un gesto casuale o in una canzone.

Ha Moon-soo e Lee Kang-doo sono tra i sopravvissuti al crollo del 2005 del centro commerciale S Mall (l’avvenimento descritto nella serie non è reale, ma si ispira ad un triste fatto di cronaca che ha sconvolto il Paese nel 1995, il crollo del centro commerciale Sampoong di Seoul dove morirono 502 persone).

Dodici anni dopo, le vite dei due protagonisti si incrociano nuovamente tra le strade e i cantieri di un quartiere periferico della città. Ha Moon-soo, interpretata dall’intensa Won Jin-ah (“Hellbound”), nella tragedia del 2005 ha perso la sorella minore che aveva accompagnato quel pomeriggio per girare un servizio fotografico poiché la bambina era una giovane attrice. Moon-soo, vive con la madre (interpretata da Yoon Yoo-sun, vista in “My Girlfriend is a Gumiho”)   e, insieme alla zia, gestiscono un bagno pubblico per sole donne associato ad un salone di acconciature, nel frattempo, però, la ragazza porta avanti anche i suoi studi di architettura, collaborando a diversi progetti soprattutto nella realizzazione di plastici  che possano garantire la sicurezza strutturale degli edifici. Il padre di Moon-soo, interpretato da Ahn Nae-sang (“18 Again”, “DoDoSolSolLaLaSol”), invece, dopo la tragedia che ha coinvolto la famiglia e separato i componenti isolandoli nel dolore, ha lasciato il lavoro da autotrasportatore e ha aperto una piccola locanda per stare nelle vicinanze dell’unica figlia che gli è rimasta.

Lee Kang-doo, interpretato da un intenso e incredibile Lee Jun-ho (conosciuto come membro dei 2PM e per il premiatissimo “The Red Sleeve Cuff”), in quel terribile giorno del 2005 era all’interno del centro commerciale che attendeva il padre, un elettricista che lavorava all’edificio. Da quel giorno Kang-doo ha perso il padre, è stato estratto vivo dalle macerie, ma mal ridotto con ferite e postumi che si protraggono nel tempo e che il ragazzo sopporta con resistenza, la stessa che lo porta a sopravvivere alle giornate trovando una serie di lavori occasionali e come “agente” di recupero crediti per sostenere negli studi di medicina la sorella Lee Jae-young, interpretata da Kim Hye-joon (“Kingdom”).

Le vite dei due giovani si incrociano quando Moon-soo trova un lavoro di collaborazione presso lo studio d’architettura Seowon per occuparsi del progetto del nuovo complesso che verrà edificato proprio sul luogo dove dodici anni prima sorgeva il centro commerciale S Mall, mentre Kan-doo si fa assumere come operaio al cantiere edile. A capo del progetto c’è Seo Joo-won, interpretato da Lee Ki-woo (“My Liberation Notes”), proprio il figlio del progettista del centro commerciale crollato, vittima a sua volta degli eventi, morto suicida a causa del profondo senso di colpa. Joo-won vive con grande angoscia questo impegno perché come gli altri due protagonisti ripercorrerà ogni momento e sarà inondato dai ricordi e dai fantasmi che vivono le aree del cantiere. Accanto a lui, Jung Yoo-jin, interpretata da Kang Han-na, sua ex fidanzata e co-proprietaria insieme al fratello e al padre dell’impresa edile che si occupa dei lavori. I due ragazzi si sono lasciati dopo che la madre di Joo-won si è sposata con il padre di Yoo-jin, lasciando nell’imbarazzo e nella crisi i due giovani.

Presto Kang-doo e Moon-soo si troveranno a collaborare insieme nel progetto per il memoriale delle vittime da fabbricare all’interno della nuova area del parco, nel lotto dove sarà costruito il complesso da edificare. Il loro sarà un difficile e impegnativo lavoro emotivo. Contattando, infatti, i parenti delle vittime della tragedia riaffioreranno i ricordi dimenticati o solamente accantonati in una zona della propria memoria, affronteranno se stessi, i propri fantasmi, il senso di smarrimento e quello di colpa per essere sopravvissuti a 48 persone e cercheranno il supporto e l’affetto l’uno dell’altra per riemergere da un incubo infinito che li tormenta quotidianamente.

Nella vita dei due giovani tanti piccoli satelliti costituiti da poche persone care che riempiono il vuoto dell’esistenza, a partire da Jung Seok-hee, interpretata dalla meravigliosa Na Moon-hee (che ho adorato già in “Navillera”), ex usuraia testimone di un piccolo mondo periferico fatto da umili ed emarginati, una vera e propria nonna per Kang-doo che si sentirà supportato dal suo affetto anche nei momenti in cui sembra che tutto gli stia crollando addosso come le macerie  del suo continuo incubo.

Ma-ri, interpretata da Yoon Se-ah (“Snowdrop”), amica di Kang-doo, quasi una sorella maggiore, salvata da lui anni prima da una relazione violenta che la stava portando alla morte, gestisce un locale nel quartiere.

Ahn Sang-man, interpretato dal bravissimo Kim Kang-hyun (“18 Again”), un ragazzo con problemi di apprendimento, dal carattere dolce e generoso che diventerà un vero e proprio fratello maggiore per Kang-doo, che si affezionerà a lui e a sua madre, proprietaria dell’ostello dove abita. La madre di Sang-man si comporta come madre adottiva nei confronti dello stesso protagonista che troverà, nel suo piccolo centro di conoscenze, l’affetto di una vera famiglia: una madre, una nonna, una sorella maggiore e un fratello. Questo è uno dei lati più belli e commoventi della serie.

Infine, va ricordata Kim Wang-jin, interpretata da Park Hee-von, amica di Moon-soo, ragazza proveniente da una famiglia ricca, ma costretta su una sedia a rotelle a seguito di un incidente in moto, disegnatrice irrefrenabile di webtoon, con il suo assistente Jin Young, interpretato da Kim Min-kyu (“Snowdrop”, “Business Proposal).

 “Just Between Lovers” (che potete trovare anche con il titolo “Rain or Shine”) è una serie meravigliosa, di una umanità tale che commuove ad ogni scena grazie ai suoi personaggi comuni che alla fine del cammino troveremo così vicini a noi che ci sembrerà di conoscerli da una vita, delle anime sensibili che illuminano la propria esistenza.  Una serie che parla di traumi, di ferite, di lutto, di sensi di colpa, di rimpianti. Con due frasi simbolo si può tracciare il messaggio profondo della storia: “Ho cercato di dimenticare, ma la tristezza e la sofferenza sono sempre con noi”, questo è il momento del riconoscimento della propria difficoltà emotiva e “Se non avessimo così tanti rimpianti non potremmo continuare a vivere”, questa è la speranza, è la voglia di continuare a vivere, il messaggio ultimo che il drama ci vuole donare, la resilienza dei protagonisti è da esempio per tutti e personalmente mi ha fatto ammirare questa serie valutandola come una delle migliori mai viste.

Se poi volete continuare a immergervi nelle emozioni che la storia vi ha lasciato e ad abbandonarvi ai pensieri, immaginatevi quel cielo visto dal terrazzo della casa di Kang-doo, seduti su una panca piena di coperte, mentre sfogliate un fumetto con in sottofondo la meravigliosa colonna sonora che regala grazia ed intensità alle scene della serie e ci lascia un dolce e pacato senso di nostalgia in un soffio di vento.

Memoru Grace