“Le patate che sono state coltivate quotidianamente con affetto sono diverse da quelle che sono state appena piantate e spruzzate con pesticidi”.

Titolo originale: 감자연구소 , Potato Research Center
Regia di: Kang Il-soo
Sceneggiatura di: Kim Ho-soo
Cast: Lee Sun-bin, Kang Tae-ho, Lee Hak-joo, Kim Ga-eun, Shin Hyun-seung, Jung Shin-hye
Genere: Commedia/Slice of Life
Corea del Sud, 2025, kdrama, 12 episodi
Cesto di patate. Natura morta con patate e tegame. Scodella con patate. I mangiatori di patate – Vincent Van Gogh
Al raccolto delle patate – Johann Fredrich Voltz
La scoperta delle patate andate a male – Daniel MacDonald
I piantatori di patate – Jean-François Millet
Donne di Scheveningen che ripuliscono un campo di patate – Philip Lodewijk Jacob Frederik Sadée
Bambini con patate sul fuoco – Friedrich Hiddemann
La raccolta delle patate, Pontoise – Camille Pissarro
La piccola sbucciatrice di patate – Albrecht Anker
Raccolta delle patate – Ludwig Knaus
Le raccoglitrici di patate – Guy Rose
La raccolta delle patate – Adolfo Tommasi
Raccolta delle patate – Josef Kinzel
Raccoglitori di patate – Ralph Hedley
Ragazza che pela le patate – Anders Zorn
Interno rustico con donna che pela le patate – Amelie Ruths
Potremmo ancora andare avanti per molto tempo nell’elencazione dei titoli di alcune opere d’arte dove le patate sono i soggetti principali, dalla coltivazione alle nature morte, ma questo serve solo per comprendere l’importanza della coltivazione delle patate nella storia dell’uomo.
La civiltà umana ha incrociato il proprio cammino con l’esistenza della patata nel 1537, quando i conquistadores spagnoli del Perù portarono questa pianta per la prima volta in Europa, ma, in realtà, la patata, originaria delle Ande, era uno degli alimenti principali degli Inca che ne svilupparono molte tipologie differenti per adattarla ai diversi habitat.
Il valore più prezioso della patata è, in effetti, l’adattabilità a climi, temperature, terreni, condizioni differenti e distinte. La patata è simbolo della resilienza e la sua storia si intreccia con quella dell’umanità, diventando presto un alimento base globale e primario per milioni di persone nel mondo, caratterizzando l’unione tra natura e società umana.
Questo preambolo ci introduce alla trama del drama che vi presento, “The Potato Lab”, perché la storia narrata è una storia di resilienza e, come detto prima, la patata è simbolo di resilienza.
Kim Mi-kyung (Lee Sun-bin, “Boyhood”, “Madame Antoine”) ha trascorso molti anni a lavorare in un centro di ricerca sulle patate, in una tranquilla valle di montagna. Kim Mi-kyung è una persona caparbia e dedita al lavoro, anche nei suoi momenti di riposo, da infaticabile lavoratrice e appassionata alla sua professione, si dedica alla coltivazione e creazione della patata perfetta alla quale dare il suo nome. Nella sua eccentricità e stravaganza si aggira per ogni dove per studiare il terreno, le differenti possibilità di coltura e resistenza, creando una piccola serra tutta per sé, dove andarsi a rifugiare curando le sue patate nei momenti di solitudine. Una vita dedita al lavoro, ma anche l’unico scopo di vita che resta alla ragazza per dimenticare un triste e doloroso avvenimento del suo passato, quando era stata costretta a lasciare il lavoro precedente, in modo spiacevole, per uscire da una situazione dove era diventata il capro espiatorio, per via della relazione con un collega e amico, Park Ki-se (Lee Hak-joo, “Memories of Alambra”) che l’aveva poi lasciata per fidanzarsi con la figlia dei direttori dell’azienda.
In quel periodo, Kim Mi-kyung sapeva di essere stata considerata una “zavorra” per l’azienda dove lavorava e, dopo vari tentativi di spingerla a dimettersi, aveva lasciato la professione e si era rifugiata nella valle di montagna dove aveva ereditato una casa insieme al fratello e dove aveva iniziato con passione e caparbietà una nuova vita. La coltivazione e lo studio delle patate per la giovane erano diventate metafora della sua stessa esistenza.
Un giorno, la vita della ragazza viene nuovamente sconvolta non appena viene a sapere che il laboratorio di ricerca presso il quale lavora è stato rilevato dalla Wonhon, la multinazionale dove lavorava anni prima e subito l’incubo dal quale era fuggita si ripresenta a chiedere i conti. Con gli altri colleghi del team si reca presso la sede centrale della Wonhon per cercare di capire quale sarà il loro destino e se l’azienda ha intenzione di portare avanti l’attività del laboratorio, ma, dopo una giornata, tornano con le idee confuse e la stessa Mi-kyung con l’ansia e il timore di rivedere l’ex fidanzato, che ora si è sposato.
Qualche giorno dopo, presso il laboratorio di ricerca, si presenta So Baek-ho (Kang Tae-oh, “Avvocata Woo”, “Run On”, “My First First Love”), un direttore aziendale incaricato da parte della multinazionale di supervisionare il centro, nel tentativo di modernizzarne le attività e fare tagli sulle spese ritenute superflue e forse anche sul personale.
Le personalità differenti di So Baek-ho e di Kim Mi-kyung fan sì che quasi da subito lo scontro sarà diretto, ma la vita spesso sorprende e, anche una persona fredda e pragmatica come Baek-ho, può cambiare a contatto con un contesto diverso da quello da lui conosciuto, oltre, per qualche motivo, a non riuscire ad ignorare per nulla Mi-kyung.
Baek-ho e Mi-kyung intraprendono un viaggio interiore di crescita e di formazione. La ragazza cercherà di recuperare quel doloroso tempo passato in cui ha sotterrato da qualche parte la stima in se stessa, dopo essere stata vittima di ostracismo sul luogo di lavoro e a curare le proprie ferite dell’anima. Mentre per Baek-ho cambiare ambiente lavorativo, più piccolo, ma più umano rispetto alla multinazionale nella quale ha lavorato fino a quel momento, gli servirà per far emergere in lui l’empatia e la sensibilità dimenticate o mai educate. La loro crescita corrisponderà a quella della coltivazione delle patate nei campi della valle, anche la pazienza va, infatti, coltivata ed entrambi impareranno a relazionarsi con gli altri e con se stessi.
“Le patate che sono state coltivate quotidianamente con affetto sono diverse da quelle che sono state appena piantate e spruzzate con pesticidi”.
Questa frase, pronunciata da Mi-kyung, è secondo me il fulcro della storia. Kim Mi-kyung, pur fuggendo da un’esperienza umiliante, ha una famiglia e degli amici che le sono vicini, a partire dal fratello Hwan-gyeong (Shin Hyun-Seung, “Adamas”, “Secret Playlist”) che ha impiantato un’attività di bed and breakfast, affittando appartamenti nella casa ereditata con la sorella, l’amica Lee Ong-ju (Kim Ga-eun, “King The Land”, “Because this is My First Life”, “I Order You”), scrittrice di romance che si è rifugiata nella valle, a casa con Mi-kyung per cercare ispirazione per la scrittura e per stare accanto alla sua amica dopo che l’ha vista soffrire, tutto il simpatico team del laboratorio con il quale Mi-kyung si interfaccia ogni giorno e che l’ha accolta da subito inglobandola in un progetto per il quale la giovane non aveva ancora abbastanza esperienza.
Dall’altra parte, invece, Baek-ho, pur godendo di una posizione lavorativa importante, è più povero di sentimenti perché non ha mai avuto il calore di una famiglia. La vita di Baek-ho non è come quella delle patate “coltivate quotidianamente con affetto”, l’unico rapporto più stretto è quello con la famiglia Wonhan e si sente in debito con loro per avergli permesso di crescere professionalmente dopo aver finanziato i suoi studi. La famiglia Wonhan, però, lo ha sempre sfruttato per le incombenze più pesanti, come i licenziamenti scomodi, la chiusura di reparti e molto altro.
Molti i punti di forza del drama, principalmente una storia che non è banale, ma pur recitata in modo brillante, riesce a dare in contemporanea il tocco umoristico alternato a momenti di riflessione; la chimica tra i due bravissimi protagonisti è apprezzata in tutta la storia, dalla conflittualità iniziale, al rendersi conto dei propri sentimenti, al combattimento con se stessi nel prendere delle decisioni importanti.
Infine, un cast corale in cui ogni personaggio contribuisce ad arricchire la narrazione e un’ambientazione rurale meravigliosa che scalda il cuore.
Grazia
Come suona la recensione?
