6 agosto 1945, ore 8:15, Hiroshima
9 agosto 1945, ore 11:02, Nagasaki
L’esplosione della bomba atomica di Hiroshima fu registrata alle 8.15 della mattina del 6 agosto 1945. In un orologio da polso ritrovato tra le rovine della città, la lancetta dei minuti fu bruciata dall’esplosione, lasciando un’ombra sul quadrante che la fa sembrare la lancetta delle ore.
Tre giorni dopo (9 Agosto 1945), alle 11.02, una seconda bomba fu sganciata su Nagasaki. Si contarono più di 220.000 morti e. 150.000 feriti a causa delle due.
Alla fine del 1945, ulteriori migliaia di persone morirono per via della malattia acuta causata dalle radiazioni ionizzanti.
Ad Hiroshima il Parco del Memoriale della Pace ricorda l’evento del 1945. Nel parco si trovano le rovine del Genbaku Dome, uno dei pochi edifici rimasti in piedi vicino all’epicentro. A Nagasaki, invece, il Parco della Pace ricorda la tragedia del 9 agosto insieme al Museo della bomba atomica e al Peace Memorial Hall.
Takashi Paolo Nagai, medico e scrittore giapponese sopravvisse al bombardamento atomico di Nagasaki, di cui abbiamo parlato anche nell’articolo dedicato al libro “Le campane di Nagasaki“. La sua vita di preghiera e la diffusione dei suoi scritti che portarono speranza e messaggio di pace gli hanno fatto ottenere il soprannome “Il Santo di Urakami”.
Le parole degli scritti di Nagai restano come memoria, quella che deve sempre restare accesa nei cuori dell’umanità, ma sono anche quelle parole lasciate alle generazioni future, il coraggio, la speranza, la vita:
“La cenere brillava al sole, bianca e senza volto. (…) Si strofinò gli occhi insonni più e più volte, chiedendosi se la città che c’era fino a ieri fosse stata solo un sogno o se piuttosto il sogno fosse la landa deserta che gli si parava dinanzi agli occhi quella mattina (…)
Non poteva sopportare una vita senza senso! Doveva trovare ciò che non perisce. Doveva aggrapparsi a ciò che non muore mai. Il tempo passa, lo spazio svanisce, gli esseri viventi muoiono, ma noi dobbiamo vivere la vita in modo che rimanga ciò che non perisce, ciò che non muore.”
(Takashi Paolo Nagai, “Ciò che non muore mai”).
Vogliamo ricordare questa triste pagina di Storia, perché gli esseri umani non devono dimenticare gli errori, non possono nascondere gli orrori passati, ma il loro compito è quello di far in modo che non si ripetano più. Dalla distruzione, dalla devastazione e dalla morte nasce la vita, la consapevolezza dell’esistenza e la possibilità di un futuro diverso.
Come nei versi di una poesia di Kurihara Sadako: “Il futuro inizia da qui” e il “qui” sono Hiroshima e Nagasaki.
Grazia
