Non est ad astra mollis e terris via.
(“Non esiste una via semplice dalla terra alle stelle” – Lucio Anneo Seneca)
Avete presente quei grandi film d’azione dove la mente, l’arguzia e l’intelligenza sono i veri protagonisti? Vi sono piaciuti film come “Un colpo all’italiana” o “Ocean’s Eleven”, macchinosi, stravaganti e cerebrali?
Se questo genere di film è di vostro gradimento, vi consiglio, allora di recuperare “Trillion Game”, dove, mentre nei film citati, la preparazione della mossa decisiva coinvolge da subito molte persone, qui il tutto nasce in una cameretta, con una postazione discreta da otaku informatico autodidatta e con una sedia da gamer che vale quanto il sogno della storia che vi sto per raccontare.
E’ bene sottolineare da subito che la storia segue due linee temporali, quella del passato, dove si svolgono i fatti più importanti, la conoscenza dei due protagonisti, la fondazione della Trillion Game e l’ascesa dell’azienda, e quella del presente, dove vediamo solo uno dei due protagonisti che racconta come ha fatto ad arrivare fino a quel successo. Il drama, inoltre, spazia nella vita dei personaggi avvalendosi della tecnica del flashback che ci fa conoscere meglio i caratteri e le attitudini dei personaggi della storia.
Nella linea temporale del presente troviamo solo uno dei due protagonisti, Manabu Taira (Hayato Sano), detto “Gaku”, il vero narratore della maggior parte della storia che con Haru Tennoji (Meguro Ren, “Silent”) ha fondato la Trillion Game, ma che ora ricopre da solo il ruolo di presidente della società.
Gaku è una persona timida, goffa, solitaria, ma geniale, costante e volitivo nel suo lavoro, riesce a stare davanti al pc per giornate intere senza fermarsi o stancarsi, senza accorgersi del tempo che passa e senza nemmeno ricordarsi di mangiare, un genio dell’informatica che da autodidatta è riuscito ad entrare nel server della Dragon Bank scoprendo il guasto nel sistema di sicurezza dell’azienda e ammettendolo, involontariamente, durante il colloquio di lavoro per entrare in banca.
Gaku e Haru si sono già conosciuti ai tempi della scuola quando Gaku era stato salvato da Haru da un attacco di bulli, poi entrambi i ragazzi si sono rivisti durante i colloqui per entrare a lavorare alla Dragon Bank.
Haru, completamente diverso da Gaku, è carismatico e dotato di elevate capacità comunicative, intelligente e risoluto, non si arrende mai ed è disposto ad usare qualsiasi mezzo per raggiungere ciò che vuole, i propri obiettivi. Haru si proclama da subito “l’uomo più egoista del mondo” perché tutto il suo lavoro è concentrato a mirare ad un sistema che possa permettere di guadagnare trilioni di dollari che lo possano rendere ricco per il resto della propria vita. La sua attività in qualità di co-fondatore di Trillion Game è quella di rappresentante di vendita e decisore aziendale e, vista la sua natura sociopatica e una innata capacità a bluffare, riesce da subito a coinvolgere più persone e ad essere convincente a fare affidamento su di lui. Haru, che ha superato il colloquio di lavoro per entrare a far parte della Dragon Bank, si licenzia il giorno seguente e, dopo aver riconosciuto Gaku tra la folla di persone che si sono presentate al colloquio, insieme all’amico, decide di fondare un’azienda, la “Trillion Game”. Haru apprezza le capacità ingegneristiche di Gaku e cerca di supportarlo in qualsiasi momento, ha piena fiducia nell’amico e, a modo suo, cerca di essere presente ad ogni esigenza per garantire il successo dell’azienda.
L’azienda di Haru e Gaku nasce nella camera del piccolo appartamento di Gaku, dove il ragazzo non fa altro che studiare e lavorare al computer, ma il segno distintivo dell’inizio della loro collaborazione è una sedia da 200.000 Yen che Haru regala a Gaku con il fondo iniziale e che anche nella linea temporale del presente è ancora vicina alla scrivania di Gaku nel suo ufficio, ormai in un grande palazzo.
Antagonista dei due giovani imprenditori è la già citata Dragon Bank, il cui presidente Kazuma Kokuryū (Jun Kunimura) è una persona cinica, egoista che non vuole rivali, anzi, è pronto a schiacciare qualsiasi tentativo di business da parte di altri che possa interferire con il suo. La figlia del presidente, invece, è uno dei personaggi più significativi del drama, si chiama Kirika Kokuryū (Mio Imada), ma viene soprannominata “Kirihime” o “principessa Kirihime” tanto per sottolineare il suo atteggiamento distaccato da tutto e da tutti, persona brillante e arrogante, come suo padre, pensa agli affari e al business, ma ha un debole per l’impresa di Haru e Gaku, ne apprezza l’intelligenza, il coraggio e l’irriverenza, oltre ad essere attratta da Haru (la chimica tra i due personaggi è molto ben rappresentata e i due attori, che hanno già recitato insieme nel film “Il mio matrimonio felice”, sono stati molto bravi a rendere questa caratteristica).
Tanti personaggi meritano di essere ricordati, a partire da Rinrin Takahashi(Riko Fukumoto), studentessa universitaria in cerca di lavoro, dalla personalità rigida, ma grande lavoratrice, timida e sensibile ai piccoli dettagli, viene assunta da Gaku e Haru che la nominano presidente della Trillion Game. Rinrin, che fino ad allora aveva lavorato part time in un negozio di fiori, sfrutta la sua conoscenza dei fiori per dare consulenza on line alle persone che vogliono comporre dei bouquet particolari e si affidano al “falso sistema di intelligenza artificiale” della Trillion Game, uno dei primi escamotage di Haru per farsi conoscere nel mondo del business nazionale.
Altro personaggio indimenticabile è il primo investitore dei due ragazzi, nonché loro consigliere economico, Kazuki Kedōin (Kōji Kikkawa), che lavorava come manager presso l’agenzia di talenti God Production, ma che è stato inghiottito da uno scandalo industriale che gli ha reso la vita difficile. Kazuki Kedoin è lo strambo manager che indossa un cappello da cowboy, occhiali da sole e scarpe di pelle con accessori stravaganti.
“Trillion Game” è una serie ispirata al manga omonimo scritto da Riichiro Inagaki e illustrato da Ryoichi Ikegami che nel 2024 ha vinto il prestigioso Shogakukan Manga Award. Personalmente non immaginavo nemmeno io potesse piacermi così tanto, ma ho trovato molti punti di forza in questa storia che mi ha entusiasmata e mi ha fatto riflettere, primo fra tutti il valore dell’amicizia rappresentato da Haru e Gaku, così diversi di mentalità e carattere, tanto estroverso, intraprendente e dal sorriso contagioso il primo, quanto riservato, introverso e ipersensibile il secondo. Il carisma comunicativo di Haru e l’abilità tecnologica di Gaku applicati ad un piano strategico per costruire un’azienda da zero con un brivido del rischio che incuriosisce lo spettatore fin dall’inizio perché ci si chiede da subito come faranno i due ragazzi ad andare avanti e ad arrivare al successo.
Costruire il successo partendo dalla diversità che arricchisce le competenze e regala immenso valore allo scopo dell’impresa; se dovessimo considerare, infatti, tutte le persone che vengono coinvolte in Trillion Game, ci troveremmo di fronte a caratteri diversi, esperienze, preparazioni e abilità diversificate, ma che servono tutte ad uno scopo comune, far avverare il proprio sogno.
Costruire il successo attraverso le avversità, nutrire una fiducia incrollabile anche di fronte alle difficoltà e all’incertezza dell’esistenza, mettendosi in gioco quotidianamente e resistere, nonostante tutto: questa è un’altra delle tematiche che più mi ha colpito nel drama.
Raggiungere il trilione di dollari è il sogno di Haru e di Gaku, è la tematica centrale della storia, ma non è altro che il potere di fissare degli obiettivi sognati e anche ambiziosi perché l’ambizione non deve per forza avere una connotazione negativa, ma serve anche a ricaricarci mentalmente, a lottare per qualcosa che può sembrare impossibile, per superare i limiti, per sbalordire noi stessi e per sognare in grande, perché ne abbiamo bisogno, soprattutto nei momenti bui, quando è importante fissare degli obiettivi, anche se sembrano lontani come le stelle del cielo.
Riguardo, invece, la sparizione di Haru nella linea temporale del presente, vi lascerò con la curiosità e anche con una certa ansia, perché lo stesso Haru vorrebbe così!
Grazia
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2 pensieri riguardo “Trillion Game – Strategie da business, puntando alle stelle”