Per la rubrica di dicembre ho pensato di raccontarvi una piccola, meravigliosa storia di Natale, una storia vera che sa di miracolo e di fede.
Il 9 agosto del 1945 venne sganciata la seconda bomba atomica sulla città portuale di Nagasaki dove morirono all’istante quarantamila persone. Takashi Nagai, chirurgo e radiologo sopravvissuto all’ esplosione, di cui parleremo in modo più approfondito in un futuro articolo, si dedicò anima e corpo alla cura dei malati e dei superstiti. Nagai, che si era convertito al cristianesimo anni prima, perse la moglie nell’esplosione dell’atomica , ma testimoniò fino alla fine dei suoi giorni la sua fede ed è proprio dalle sue testimonianze che apprendiamo questa bellissima storia.
Urakami è il quartiere nord della città di Nagasaki, dal XVII secolo, quando iniziarono le persecuzioni dei cristiani, i fedeli, chiamati “Cristiani Nascosti”, trovarono rifugio proprio a Urakami che nel 1945 fu tristemente l’epicentro dell’esplosione della bomba atomica. La cattedrale di Santa Maria Immacolata, costruita con mattoni rossi, fu completamente distrutta. Nella cattedrale si trovavano due campane, una grossa e una piccola, ogni giorno la campana più grossa suonava l’Angelus, mentre quella piccola suonava solo nelle giornate festive.
Nei mesi seguenti la devastazione, il signor Tagawa che quando era giovane aveva aiutato a montare le campane sulla torre della chiesa, scoprì la campana più piccola sotto le frane dei mattoni rossi, era intatta, mentre la campana più grande era spaccata.
Il 24 dicembre del 1945 il signor Ichitaro Yamada insieme a Takashi Nagai e ad altri fedeli si diressero verso la cattedrale, si inginocchiarono, recitarono il rosario pregando che la campana seppellita in mezzo ai mattoni potesse nuovamente essere sospesa e suonare nella veglia di Natale. Alla cupola del campanile venne fissata una trave con un paranco, i fedeli afferrarono la catena:
“Padre Nostro che sei nei Cieli…”
Tirarono la catena e si fermarono.
“Sia santificato il Tuo Nome…”
Tesero nuovamente la catena.
“Venga il Tuo Regno…”
“Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra”.
La campana si mosse, si alzò nell’aria.
Takashi Nagai raccontò: “Nel momento in cui il sole coricandosi sulla collina di Inasa tinge di scarlatto quel mucchio di macerie che fu il campanile, la campana mostra la sua forma elegante. La guardo rapito, incapace di muovermi”.
In lontananza, altre campane suonarono sopra le terre deserte e bruciate, una speranza sopra un campo di strage e desolazione. Anche la campana di Urakami iniziò a suonare l’Angelus e dalle capanne vicine, i cristiani uscirono correndo verso il suono, quasi a respirare quel miracolo inaspettato.
Dappertutto persone inginocchiate iniziarono a pregare mischiando le loro voci con il suono della campana.
“E il Verbo si è fatto carne…”
Il suono delle campane di Urakami coprì il silenzio e il deserto apocalittico, si elevò così in preghiera la speranza dei fedeli, quei cristiani che finalmente potevano abbandonare il loro dolore al suono della veglia di Natale.
“Nemmeno una bomba atomica può far tacere le campane di Dio”, scrisse nel 1951 Takashi Nagai.
Un piccolo meraviglioso miracolo arriva nel momento inaspettato in una catena infinita di fede!
Memoru Grace
Note bibliografiche:
- Takashi Nagai, “Il rosario di Nagasaki”, ed. Fede & Cultura, 2020
- Takashi Nagai, “Le campane di Nagasaki”, Luni Editrice, 2019

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