Secondo il principio montessoriano, il bambino va educato a fare da solo perché la sua autonomia è una conquista dovuta al superamento di problemi quotidiani da risolvere e difficoltà di ogni giorno, per cui il genitore deve rendere il bambino protagonista delle proprie azioni. Il bambino deve provare e sperimentare in prima persona e l’adulto non deve mai fargli mancare la fiducia fin dai primissimi anni di vita.
La prima volta che ho visto “Old Enough!” ho pensato che fosse quasi una concretizzazione del principio pedagogico montessoriano.
“Old Enough!” è un programma che potrete trovare nel catalogo Netflix, ma in realtà si tratta di una selezione di venti episodi di un programma che va avanti da trent’anni ed è trasmesso in Giappone dalla Nippon tv.
Il format televisivo, che può sembrare in apparenza semplice, ha una complessità e una profondità molto rare, non solo ci accosta alla cultura giapponese e alla scoperta di luoghi meravigliosi, quasi mai megalopoli, anzi, di solito piccoli centri rurali, paesi costieri, ma ci lascia nel frattempo dei concetti molto importanti: responsabilità, autonomia, educazione e compartecipazione alla vita familiare e sociale.
Il programma, che trae ispirazione da un libro illustrato per l’infanzia di Yoriko Tsutsui e Akiko Hayashi e pubblicato nel 1976, segue le imprese di alcuni bambini dai due ai sei anni che devono svolgere da soli delle commissioni richieste dalla loro famiglia, il tutto mentre una troupe televisiva li segue. La caratteristica più simpatica è che le telecamere sono “mascherate” da oggetti normali e i cameramen sono vestiti da persone comuni, elettricisti, signore che si recano a fare la spesa, etc…Tutto questo serve per non destare curiosità nei bambini protagonisti dell’episodio e per non farli distrarre dalla loro commissione da svolgere. Ogni tanto, però, qualche bambino rivolge loro la parola anche solo per chiedere informazioni o suggerimenti come farebbero con qualsiasi vicino di casa che incontrano per strada.
Mentre proseguiamo con la visione del programma, ci accorgiamo che i bambini coinvolti acquisiscono subito la responsabilità della commissione da svolgere e, mentre si accingono a rispettare la consegna, si impadroniscono di un’autonomia tale da renderli sicuri delle proprie azioni, dei pericoli e delle difficoltà da affrontare. Attraversare da soli la strada diventerà una conquista e il bambino starà attento a quanto insegnato dai genitori e capirà che i consigli e i suggerimenti delle persone più adulte sono importanti. Questo è un principio saliente dell’educazione perché, dopo la conquista dell’autonomia e della responsabilità, il rispetto verso le altre persone, soprattutto più anziane, diventa fondamentale; spesso, infatti, durante il viaggio per svolgere la commissione, il bambino chiederà aiuto alle persone che incontrerà per strada o nei negozi e dovrà salutare e ringraziare con gentilezza ed educazione. Sarà compito, poi, degli adulti, a partire dal genitore, dare fiducia al bambino per non farlo disamorare e incoraggiarlo passo per passo a raggiungere lo scopo.
Infine, l’altro obiettivo didattico di questo programma è educare il bambino a compartecipare ai bisogni della vita familiare, per esempio chiedendogli di andare a comprare verdure e alghe per la sorellina piccola, come succede alla bambina protagonista della storia ambientata sull’isola di Soda, Hinako, premurosa sorella maggiore di quattro anni.
Non mancheranno disguidi, difficoltà da fronteggiare come nella storia ambientata ad Hakodate, città portuale nella zona sud-occidentale della prefettura di Hokkaido, dove la caduta per strada del pesce appena pescato dal papà di Sota, mette in crisi il bambino che dovrà difendere il pesce da un eventuale latrocinio da parte di un gatto che osserva da lontano la scena ed è pronto ad intervenire o la piccola Miro che si dispera per non aver trovato il negozio dove ritirare l’orologio di mamma e, sotto una pioggia battente, con il tifo di tutta la comunità, dopo aver superato un momento di sconforto e di pianto, riprende in mano la situazione e con orgoglio affronta la strada e raggiunge il negozio portando a compimento lo scopo.
Non si può fare a meno di emozionarsi per ogni storia raccontata, per ogni cammino intrapreso da questi piccoli meravigliosi eroi che provano la loro indipendenza, la loro pazienza e sopportano con diligenza e coraggio ogni prova che si presenta loro e ammetto che in molti episodi mi è scesa qualche lacrima, come per la storia Hana, il cui papà è morto in un incidente sul lavoro quando la bambina aveva appena due mesi. Ogni giorno Hana guarda il cielo da casa sua e pensa al papà e lo sente come suo angelo protettore che l’aiuta anche nella missione di affrontare il buio di un incubatoio per prendere un pesce che serve per il ristorante di famiglia.
Nei quindici/venti minuti di ogni puntata la camera seguirà il viaggio di ogni bambino alla conquista della propria indipendenza in un vero e proprio percorso di crescita e immortalerà la prima grande avventura della loro vita!
Memoru Grace
