Pittogrammi, design e qualche ricordo di Tokyo 1964

Ad Olimpiadi già iniziate possiamo di scorcio sbirciare quelle storiche del 1964 che, come abbiamo visto, nella cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici del 2020, sono state largamente ricordate.

Uno degli ostacoli da superare per la riuscita dei Giochi Olimpici del 1964 fu senz’altro il catturare l’attenzione del pubblico, riuscendo a rivolgersi proprio a tutti.

La necessità di comunicare con tutti e il tentativo di andare oltre la lingua portò i designer grafici giapponesi ad ideare un sistema grafico unico, moderno: i pittogrammi.

Fu un’idea eccezionale perché rinnovò dall’edizione del 1964 in avanti la storia della grafica olimpica e il sistema comunicativo.

Dal 1964, infatti, ogni Paese ospitante i Giochi Olimpici avrebbe proposto i propri pittogrammi. Nell’edizione del 2020 i pittogrammi proposti sembrano in movimento ed evidenziano il dinamismo degli atleti, caratteristica rimarcata dal brand rappresentativo di questa edizione, “Innovation from Harmony”.

Torniamo al 1964 e scopriamo che un altro merito di questa edizione olimpica fu l’immagine coordinata, cioè l’unione di elementi grafici e visivi che comunicano armonia e nel nostro caso rappresentavano l’Olimpiade. Immagine coordinata realizzata da un Colloquium Design, tra i cui membri si ricorda Yusaku Kamekura, la vera anima del logo e della grafica dell’edizione olimpica di Tokyo.

Si lavorò inizialmente sullo stemma composto dagli anelli olimpici sovrapposti all’emblema della bandiera nazionale giapponese, rappresentante il Sol Levante, poi lo stesso Kamemura creò quattro poster ufficiali dell’edizione dei giochi, tutti realizzati mediante fotoincisione con diversi colori per sottolineare la cura e l’avanzare della tecnologia dell’industria della stampa nipponica. Uno dei manifesti più famosi tra i quattro fu “An Olympic Torch Runner” dove come protagonista dello scatto della fotografia venne scelto l’atleta Tanaka della squadra di atletica leggera della Juntendo University. Il merito di questo poster e dell’ideatore Kamemura fu il mettere in risalto in uno scatto il clima entusiasmante dei giochi e la solennità dello sport. Per realizzare questa atmosfera particolare vennero studiate delle condizioni di luce che dovessero esaltare sia la torcia che il corridore, si scelse infatti l’ora del tramonto, l’ora perfetta per definire tutte queste caratteristiche che dovessero comunicare emozioni e restare intatte e senza tempo nella memoria di coloro che guardavano il poster. Vi proponiamo questo manifesto famoso nella foto dell’articolo.

Vi lascio con un’ultima curiosità in merito all’edizione del 1964: l’asta su cui venne issata la bandiera con i cinque cerchi misurava 15 metri e 21 centimetri d’altezza, misura con cui nel 1928, all’Olimpiade di Amsterdam, Mikio Oda aveva vinto la prima medaglia d’oro olimpica della storia giapponese nella disciplina del salto triplo.

Memoru Grace

Nella foto dell’articolo, “An Olympic Torch Runner”, Yusaku Kamekura, Osamu Hayasaki, Jo Murakoshi, 72 x 101 cm.

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