Hachiju – Hachiya letteralmente significa “ottantotto notti”, ma si tratta degli ottantotto giorni a partire dal primo giorno di primavera (Risshun), secondo il calendario giapponese e corrisponde al tempo oltre il quale non ci si aspettano più gelate. Nel calendario occidentale cade intorno ai primi giorni del mese di maggio.
Il termine ha la sua importanza nell’ambito agricolo, la semina e la raccolta del riso. Il mese di maggio, infatti, originariamente, secondo il calendario lunare giapponese, veniva chiamato “Satsuki さつき” dove il termine aveva origine da “sa さ” che nell’antico giapponese significava “coltivare”, per cui il mese di maggio diventò il mese della coltivazione del riso.
Hachiju – Hachiya, però, si lega anche al culto del tè, la stagione del tè nuovo, il primo raccolto delle foglie di Camellia Sinensis. Un detto racconta che se bevi il tè raccolto l’ottantottesima notte non ti ammalerai.
Lo Shincha (nuovo tè) è infatti il nome dato al primissimo raccolto dell’anno e tradizionalmente è il tè più pregiato e ricercato. Durante l’anno esistono quattro raccolte di tè: Ichibancha (il primo tè) che si riferisce a tutta la prima stagione del raccolto, Nibancha (secondo tè) è il secondo raccolto, da giugno a fine luglio, Sanbancha (terzo tè), il cui raccolto si svolge ad agosto, mentre Yonbancha (quarto tè) è il quarto raccolto dell’anno fino ad ottobre, ma non in tutte le regioni del Giappone.
I tè più redditizi sono quelli del raccolto primaverile come ad esempio il Matcha, il Gyokuro e il Sencha.
In questo periodo dell’anno i dolci più richiesti sono proprio quelli al tè verde dove nel cuore del dolce troveremo la marmellata di fagioli rossi e sopra tanta polvere di tè.
Il numero 8 in giapponese è un numero fortunato, per cui l’88 diventa di buon auspicio. Esiste anche una canzoncina o gioco battimani per bambini che celebra l’ottantottesimo giorno, il titolo è “Chatsumi ちゃつみ,” o “Raccolta del tè” e descrive i particolari della raccolta, le foglie che crescono nei campi e in montagna e i contadini che vestono corde o stringhe rosse strette alle maniche del kimono e copricapo tradizionali.
Memoru Grace
