
Titolo originale: Popura no Aki, ポプラの秋
Autore: Yumoto Kazumi
Prima pubblicazione:1997
Casa editrice italiana: Atmosphere Libri – Asiasphere – traduz. di Maria Elena Tisi
Esistono delle storie che riescono ad unire sentimenti ed emozioni e a renderli universali. “Lettere d’autunno” è un romanzo di Yumoto Kazumi, autrice di molti romanzi e script radiofonici e televisivi.
La protagonista di “Lettere d’autunno” è Chiaki, un’infermiera, che, in un momento difficile della propria vita da adulta, ricorda alcuni attimi della sua infanzia, soprattutto dopo la telefonata della madre che la informa della morte della proprietaria della casa dove avevano trascorso alcuni anni durante l’infanzia di Chiaki.
La ragazza intraprende il viaggio per raggiungere la casa dell’anziana signora Yanagi, proprietaria della “Residenza del Pioppo”, per darle l’ultimo saluto. Durante il viaggio, Chiaki ripensa al tempo in cui con la sua mamma si erano trasferite in quella casa, lontana dalla sua memoria, ma ora vicina al suo cuore.
In seguito alla morte del padre, Chiaki e la madre si erano trasferite alla “Residenza del Pioppo”, una vecchia casa composta da quattro appartamenti con giardino davanti. La bambina, però, che non era ancora riuscita a superare l’idea della mancanza del padre e che viveva ogni giornata e ogni cambiamento, dalla nuova scuola alla nuova città, con forti ansie e stress, si era presto ammalata.
La madre di Chiaki aveva chiesto un congedo per occuparsi della figlia, ma in seguito, dovendo riprendere il lavoro, ormai rimasto l’unica fonte di guadagno, aveva lasciato la bambina nella casa della vicina, l’anziana proprietaria. Qui Chiaki, dopo un momento di tensione e di timore, era riuscita a socializzare con la signora e ad apprendere il suo segreto.
La signora le aveva raccontato, durante le loro conversazioni sull’esistenza umana e sul mondo, che la sua vita era legata ad un cassetto delle lettere. Quando il cassetto delle lettere della credenza di legno si sarebbe riempito, allora sarebbe stato il suo ultimo giorno di vita. Le lettere erano destinate alle persone defunte ed erano scritte da persone diverse che avevano perso un familiare o un amico e che, nonostante la perdita, non potevano fare a meno di rivolgere loro una propria parola, un pensiero, un’ultima lettera di addio.
La signora aveva il compito di custodire queste lettere e di portarle con sé nell’aldilà.
La bambina, inizialmente scettica, aveva dubitato della storia delle lettere, ma poi, attratta dal desiderio anche lei di poter scrivere al suo papà, aveva iniziato a consegnare alla signora le proprie lettere destinate al padre, quelle parole, quei pensieri che non era mai riuscita a dirgli durante la vita, ma che avrebbe voluto confidargli, se solo avesse avuto più tempo.
La piccola Chiaki sapeva che la signora aveva una grande responsabilità e che morire non significava sparire per sempre, perché anche nell’aldilà la signora avrebbe lavorato a rintracciare tutte le persone a cui erano destinate le lettere, così anche il suo papà aveva cambiato solamente mondo, ma non era sparito per sempre.
Chiaki, da adulta, è, invece, una giovane donna che ha ancora molte fragilità e paure e che si trova ad un bivio della sua vita dove dover decidere come andare avanti e cambiare. Motivata sempre di più a raggiungere la “Residenza del Pioppo”, una volta arrivata, riesce a immergersi nuovamente in quella atmosfera magica che l’aveva aiutata in un periodo difficile durante la sua infanzia e che ora certamente l’aiuterà a resistere e a trovare un motivo per riemergere.
In quella casa della sua infanzia trova moltissime persone, amici, parenti e tutte quelle persone che avevano condiviso con la signora Yanagi quel segreto, quelle lettere che le avevano affidato durante la vita e che ora lei avrebbe potuto consegnare ai destinatari nella sua nuova casa.
Quanto il ricordo di una persona cara può essere importante per la nostra esistenza? Quanto una lettera può essere un segno di speranza, un affidare una parola, un pensiero, un sogno?
Un viaggio indietro nel tempo, nei ricordi che sono stati una carezza, una cura in un periodo della propria vita e che possono essere ancora speranza e terapia per qualsiasi altro periodo di conflittualità e crisi, perché i dolci ricordi non hanno tempo, ma hanno il dono di curare le ferite dell’anima e Chiaki lo realizza proprio in età adulta.
E poi c’è quel pioppo nel giardino. Il pioppo che in ogni cultura del mondo ha un significato molto importante, un albero legato alla protezione, ma anche alla morte e alla vita nella morte, un collegamento all’altra dimensione, il confine tra la terra e il cielo, come quelle lettere affidate alla signora Yanagi.
Un romanzo molto intenso, scritto con grazia e sensibilità da un’autrice giapponese conosciuta per la sua delicatezza nell’affrontare tematiche difficili ed emotivamente incisive, come il bullismo nel suo “Amici”, il dolore e il lutto nel suo “Viaggio verso la riva”, che ha ispirato il regista Kiyoshi Kurosawa per il film, “Journey To the Shore”.
«Mi infilai nel letto e chiusi gli occhi con serenità. In quel momento alle mie orecchie giunse il fruscio delle foglie del pioppo che mi invitavano: “Parla con noi…parla con noi…”. Capii subito che quello era il suono dell’autunno, piacevolmente secco, e che naturalmente non era qualcosa che veniva dall’esterno».
Grazia

scrivete talmente bene che sembra di esser lì con voii
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Grazie di cuore 🥰♥️
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