“Life goes on… I’m fine…”

Titolo originale: Chances Are, You and I
Regia: Catherine O. Camarillo
Scritto da: Ellis Catrina
Cast: Kelvin Miranda, Kira Balinger, Al Tantay, Tart Carlos, Anne Feo, Gian Magdangal, Jinho Bae
Genere: drammatico
Filippine, 2024, film
Quante volte facciamo finta di niente, di stare bene anche se non è così, ma il nostro modo di affrontare la giornata o la vita cambia a seconda dei momenti, degli incontri, dei contesti! La vita va avanti e, se vogliamo aggrapparci a una sola scaglia di essa, ci convinciamo di stare bene.
Un pomeriggio di alcuni mesi fa mi sono imbattuta in un film filippino intitolato “Chances Are, You and I”, una piccola perla nascosta nel vasto panorama di Netflix e devo ammettere che mi sono appassionata alla storia dei due giovani protagonisti che affrontano le loro esistenze “così simili, ma in modo così diverso” dove alla fine trovano un anello di congiunzione, la Vita.
Sol Sikat (Kelvin Miranda) è un ragazzo che scopre di essere gravato da un tumore al cervello, così come Gabi Sinag (Kira Balinger), una ragazza che vive e lavora nello stesso ospedale in cui Sol inizia i cicli di terapia.
Gabi è la nipote del presidente della fondazione dell’ospedale, ha un carattere allegro, è piena di interessi e, nonostante la malattia, vive di certezze che la proiettano mentalmente verso un futuro di speranza. Gabi è una profonda ottimista, reagisce sempre ad ogni evento attendendo che tutto si stia sistemando da un momento all’altro. Ha un motto per spronare se stessa ad andare avanti: “A volte è meglio ridere di tutto!”
Gabi ha anche la passione per i post-it colorati che attacca nella bacheca a muro della sua stanza dove annota pensieri o avvenimenti piacevoli che possono capitarle ogni giorno e dove attacca volentieri anche foto e riflessioni scritte, parole o solamente i nomi di luoghi o città che vorrebbe visitare.
Sol è il contrario di Gabi, tormentato da pensieri di rassegnazione e di morte, si dedica a sport estremi e di adrenalina, quasi per assaporare gli ultimi momenti. E’ sempre in conflitto con ogni cosa e si sente quotidianamente oppresso e infastidito da tutto. Lascia le sue scelte al gioco del “testa o croce” di una monetina che porta sempre con sé, quasi in modo sprezzante oppure solo per fare una scommessa con se stesso e con la vita.
Gabi e Sol, il sole e la luna, il giorno e la notte, anche il significato dei loro nomi, con i quali scherzano ci introduce a due visioni differenti della vita.
Due ragazzi agli antipodi, due prospettive diverse, due modi differenti di affrontare la malattia, ma entrambi in realtà inseguono qualcosa che manca nelle proprie esistenze che hanno avuto un blocco tanti anni prima, a seguito di un incidente che ha compromesso il loro fisico e la conseguente malattia e che ha portato via il padre di Gabi e la madre di Sol.
Entrambi cercano di colmare qualche mancanza e partono per un breve viaggio in Corea del Sud per raccogliere alcune risposte e per ritrovare se stessi, a partire proprio dal rapporto con i genitori rimasti in vita, dai quali si sentono lontani perché la vita dei genitori è andata avanti, ma i due ragazzi se ne sentono esclusi.
Nel viaggio legheranno le loro anime sensibili a pensieri e luoghi visitati, a speranze e aspettative e ad un sentimento d’affetto che crescerà nei loro cuori.
“Chances Are, You and I” è un film filippino, uscito nel 2024, che presenta con delicatezza e sensibilità una storia di due ragazzi normali che affrontano delle situazioni esistenziali, ma è anche un film che è una dedica personale alla passione della regista, Catherine O. Camarillo e della sceneggiatrice Ellis Catrina, per la Corea del Sud, per alcuni setting di k-drama famosi visitati dai due protagonisti, per i BTS e gli Army del mondo, a cui dedica alcune righe finali tra i titoli di coda a conclusione del film.
Il titolo del film si rifà al lancio della monetina, il nostro “testa o croce”, simbolo delle scelte di vita dei due ragazzi ed è importante anche nel finale per nulla scontato, ma che mi ha lasciato un “senso di possibilità” che ho apprezzato molto.
Il punto di forza della storia è il riuscire a coinvolgere lo spettatore nel mondo di entrambi i ragazzi e lo fa in modo lieve, anche per la scelta di presentare alcune situazioni avvalendosi del registro comico, i battibecchi tra loro, i caratteri differenti, ma canalizzando le parti riflessive per dare un’impronta costruttiva alla storia, un messaggio di speranza e di fiducia, introducendo l’elemento del viaggio che poi non è altro che metafora della vita.
“La felicità non è una destinazione, quindi se ti stai chiedendo come arrivarci lo stai facendo male”.
Grazia
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