“Attendo l’attimo in cui il cielo di frantuma / I tuoi occhi si schiudono al suo collassare e infrangersi / mentre approdi lì dove non vi è posto per l’anima. / Se le anime vengono unite da Cielo e Terra / osservare il giuramento dell’alleanza della montagna porterà scompiglio / Non posso tollerare questo mondo senza te / L’ultimo tenero tocco dell’amato / si trasforma in una lama affilata che pugnala il mio amore”.
Atmosfere incantate che si incastrano e travolgono lo spettatore con lo scenario di tre mondi sospesi nel tempo e nello spazio, millenni e secoli che trascorrono come il giorno e la notte, una luna gigante che tocca un ponte avvolto nelle tenebre del vuoto, un fiume la cui acqua dà l’oblio, mille petali di fiori che si frantumano e avvolgono le emozioni dei protagonisti, aurore boreali che attraversano le scie delle galassie, oggetti magici che si animano, come disegnati da un pennello speciale, barche che attraversano il cielo e ricordi di un vite passate che si alternano a un futuro incerto, dove i confini tra le parti non si distinguono e ogni creatura deve confrontarsi con le proprie decisioni per travalicare ciò che il fato sembra avere già scritto.
Il drama cinese “Love Between Fairy and Devil” (“L’amore tra una fata e un diavolo“, in originale 苍兰诀) è un viaggio meraviglioso all’interno dei tre regni in cui è diviso il mondo: quello delle fate, o, meglio, dello Shuiyutian, ammantato dalla luce e avvolto in soffici nubi bianche e rosate, circondato da alberi e fiori profumati, dove ognuno cerca di costruire immagini radiose di gioia; quello dei demoni, o, meglio, del Mare Cangyang o della tribù della luna, cupo e buio, soffocato nelle tenebre della notte e relegato a uno stato di eterno terrore; e, infine, quello degli uomini mortali, che vivono e muoiono, quasi ignari di cosa succeda negli altri due mondi sospesi nei cieli, eppure ospitando spesso le vite di entrambe le due tribù e accogliendone le tribolazioni terrestri che servono a purificarne gli spiriti. Mentre gli umani continuano le loro vite brevi per anni e anni, la tribù delle fate e quella della luna sono condannate ad una guerra perenne che dura da millenni.
Si narra, infatti, che, tanto tempo prima, la tribù della luna fosse governata da un terribile demone, la Luna Suprema Dongfang Qingcang (interpretato da Dylan Wang di “The Rational Life“). Nessuno aveva mai visto un combattente così temibile e fiero, né un sovrano così crudele e spietato, un vero demone, di cui si tramandava che avesse ucciso il padre per poter ottenere più potere. Questo signore delle tenebre e della luna mosse guerra contro il regno delle fate, determinato a sterminare tutti i suoi abitanti e a conquistare i possedimenti per diventare padrone del mondo. Nonostante le ingenti perdite della tribù della luna, le sorti della guerra sembravano rivelarsi in modo terribile per la tribù delle fate, destinata a rimanere sconfitta e distrutta nel conflitto, fino a quando la dea della guerra dello Shuiyuntian, Chidi Nüzi (interpretata da Guo Xiaoting) non sacrificò la propria vita per porre fine alla guerra e sigillare la Luna Suprema nella torre Haotian, congelando gran parte del suo esercito e riportando la pace per le fate.
Tuttavia, col passare del tempo, iniziò a diffondersi la leggenda che la Luna Suprema non se fosse mai andata e che il suo spirito poteva essere risvegliato solo dal ritorno della dea Xiyun, della tribù neutrale Xilan, protettrice dei tre regni, misteriosamente scomparsa durante la guerra.
Ma nessuno crede davvero che le profezie possano realizzarsi, pensando che rimangano solo come parole sospese nel vento. Trascorrono, così, trentamila anni di pace per lo Shuiyuntian e di oblio per la Luna e le leggende iniziano a diventare un’ombra sfocata, ferma nelle storie narrate, come quelle che la Maestra Siming (interpretata da Li Yitong) racconta alla sua allieva, la fata debole, smemorata e di basso rango Xiao Lanhua, meglio nota come Orchidea (interpretata da Yu Shuxin, anche nota come Esther Yu, “Love Game in Eastern Fantasy“).
Orchidea è diversa da tutte le altre fate, che non la reputano alla loro altezza e la prendono in giro, ma non se ne cura affatto, perché ha un potere speciale che nessuno le può prendere: ha il potere di trovare il buono in tutte le creature che la circondano, dall’insignificante filo d’erba all’animale più pericoloso, percependone la bellezza dello spirito e riuscendo a metterla in luce. Orchidea ha anche il potere di ascoltare le confessioni e i racconti della sua misteriosa maestra, che non è una semplice fata, come crede, visto che nel suo Arbiter Hall riesce a gestire i destini intrecciati di tutti, mentre con un pennello crea fatti ed eventi. Un giorno, però, Siming decide di partire per un viaggio intorno al mondo (o ai mondi) e scompare misteriosamente, lasciando Orchidea da sola:
“Non ti preoccupare. Tu non sei una fata comune. Non importa dove sarai nel mondo. Io ti troverò sempre”.
Mentre Siming è via, capitano un incidente dietro l’altro ad Orchidea, che accidentalmente riesce a liberare Dongfang Qingcang, il terribile demone della Luna Suprema. Al tempo stesso, però, capita ad Orchidea anche di lanciare la maledizione di un solo cuore, connettendo le sue esperienze con quelle di Dongfang, mettendo in comunicazione le loro anime e condividendo i ricordi di entrambi, ma anche creando un legame di vita e morte tra loro due, che nessuno può spezzare.
“Tempo e distanza divengono indistinti, persino il tempo resta sospeso / Ed è solo a causa tua, è così / Tu sei l’unico / è troppo tardi per dirsi addio / è troppo tardi per provare rimorso”.
La convivenza forzata tra i due, all’inizio, non è di certo idilliaca, ma piuttosto vivace e gestita in un conflitto costante tra le manie di grandezza di Dongfang Qingcang, che vuole sempre impossessarsi del mondo delle fate, ma anche ritrovare il suo esercito, ripristinare la sua autorità sul Mare di Cangyang e riprendere tutti i suoi poteri, e la dolcezza emotiva e sognante di Orchidea, che, in fondo, non crede nemmeno di aver risvegliato un demone così cattivo e cerca di non perdere mai il sorriso, nemmeno quando le altre fate del suo stesso mondo, a cominciare dalla sua amica-nemica Dayin (Wang Yue Yi) e, soprattutto, l’ex apprendista della dea della guerra, ora padrone del Mercato del Mare, Rong Hao (Xu Haiqiao, anche noto come Joe Xu) e la sua assistente, la terribile e lugubre Dieyi (Cheng Zi), iniziano ad osteggiarla e a maltrattarla, giudicandola colpevole e chiedendo una punizione esemplare. Unico a mostrarle un po’ di lealtà sembra essere il nuovo dio della guerra, Changheng (Zhang Linghe, “My Journey to You“), che è segretamente innamorato di lei.
La vita di Orchidea, però, non è più la stessa da quando ha liberato la Luna Suprema e, più passa il tempo, più si rende conto che è arrivata ad una frattura che non può ignorare, nata fata, ma destinata a vivere in modo diverso da tutti, capace di adattarsi sia nel mondo delle fate che in quello dei demoni, perché reca in sé una luce spontanea che brilla da sola e che può sconfiggere qualsiasi tenebra: è la luce che deriva dalla bontà e dalla purezza del suo animo e che, poco a poco, riesce a scalfire l’apparente corazza di freddezza di Dongfang Qingcang e a scaldargli il cuore, togliendo quella maschera di cattiveria che il padre gli aveva imposto già da piccolo. E, mentre Orchidea fa capire alla Luna Suprema che è meglio mostrare autorevolezza che autorità, diventare un esempio con il perdono e non punire in modo crudele e indiscriminato e che la guerra crea sofferenza e brama di potere, che col tempo diventano nuove cause di guerra, Dongfang Qingcang si innamora perdutamente del suo sorriso e della sua luce.
“L’amore non ha nulla a che fare con il destino. Perché l’amore è la cosa più irrazionale del mondo ed è bello proprio per questo motivo”.
Quello che tutti ignorano è che Siming aveva ragione sul conto di Orchidea, perché non è una normale fata che adorna la casa di fiori, ma nasconde una vita passata molto significativa, come quei poteri sopiti, che improvvisamente le affiorano con una forza straordinaria, quando deve salvare le persone che ama. E scopriranno, col tempo, che c’è una ragione se ha potuto risvegliare una creatura terribile come la Luna Suprema, una ragione che risiede in quella vita passata di cui nessuno ha memoria e in quella radice del suo spirito primordiale andata distrutta, e che il suo futuro è già scritto in un destino che sta al di sopra di tutte le creature.
“Tra la gente, uno sguardo e una parola, tutto viene trascinato dal vento”.
“Love Between Fairy and Devil“, anche noto come “Demon King” o “The Parting of the Orchid and Cang“, è ispirato all’omonimo romanzo di Jiu Lu Fei Xiang, acclamata sceneggiatrice e web-novelist cinese, di cui mantiene la suddivisione in archi narrativi (per chi legge manga, webtoon e webnovel, sa che le storie sono costruite girando intorno ad archi e capitoli che contengono una mini storia) ed è uno dei drama di genere xianxia più seguito e più apprezzato non solo in patria, ma anche all’estero, guadagnando anche numerosi premi in tutta l’Asia. Sono molte le ragioni del suo successo: dal punto di vista tecnico, ha immagini spettacolari, una scenografia e una fotografia curatissime, effetti speciali dinamici, visivamente veloci e di alto livello, costumi e trucco attenti nel dettaglia; la recitazione di entrambi i protagonisti è accorta nel mostrare tutte le variazioni del loro animo e la loro crescita interiore, precisa anche nelle mimiche più immobili, esaltate da piani sequenza da effetto cinema, per non parlare dei personaggi secondari con attori tutti perfettamente in parte (menzione speciale per il drago Shangque, interpretato da Charles Lin, e per la truffatrice Jieli, interpretata da Hong Xiao); la sceneggiatura (Liu Xiaolin, Bai Jinjin, Zhang Li, Dai Yong) non ha una sbavatura, fedele al testo a cui è ispirata e abile nel costruire un fantasy romance, che possiede tutte le caratteristiche degli xianxia e dei wuxia, ma che riesce a conservare i registri narrativi della commedia e del dramma in un equilibrio perfetto.
Il drama è sicuramente una storia romantica, ma è anche un grande romanzo di formazione: sia Orchidea che Dongcang crescono e cambiano, migliorano se stessi, le proprie azioni presenti e future e il rapporto che hanno con gli altri, sotto la luce dell’amore, che li segna profondamente, ponendoli in connessione con il mondo circostante, aiutandoli a percepire la gioia e il dolore, a fare propri tutti i ricordi, sia nei momenti belli che in quelli piccoli, tutti quei piccoli frammenti che “hanno restituito loro la capacità di amare” (per parafrasare una frase del drama), l’empatia e la comprensione, la bellezza di soffrire insieme a chi si ama e di splendere, quando si è amati. Perché, anche se l’amore può apparire irrazionale e non soggetto alle costrizioni umane, al tempo stesso è l’unico sentimento che non può essere imposto nei rigidi binari del destino, costituendone anzi quella variabile indeterminata e improvvisa che riesce a cambiarlo e a modificarlo.
E l’amore, quando si estende, diventa anche la negazione stessa del dolore e dell’odio, che trovano la propria concretizzazione in quella guerra perenne tra i mondi e in quell’oblio a cui sono destinate le anime dei guerrieri valorosi, condannati a perdersi nella memoria delle proprie gesta, che ne ha fatto perdere l’umanità.
Piccola postilla: se vedete questo drama, non potrete fare a meno di amare immensamente la colonna sonora e lo score, che, dal mio punto vista, è uno dei più belli mai sentiti per un prodotto televisivo. Il compositore si chiama Emanuele Frusi ed è italiano, nonostante viva in Cina da molti anni, dove ha fondato la società “The Designers Publishing Company”, specializzata in composizione di colonne sonore e suoni per film, prodotti televisivi, live e videogame. Sono sue anche le colonne sonore di “The Revenge of Flowers“, “A Dream of Splendor” e “Sacred Tree Has Heart“.
Come suona la recensione?
Laura

Uno dei miei drama preferiti in assoluto, me lo sto addirittura rivedendo…. avrei curato meglio il finale ma mi accontento…. Concordo sulla colonna sonora, la main song l’ho inserita nella mia playlist spoty e la sento praticamente tutti i giorni…. mi piacerebbe leggere il libro ma non è stato tradotto purtroppo.
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Che bello leggere di questa passione condivisa! Anche a me piacerebbe leggere il libro, perché è stato davvero un tuffo in una fiaba e spero che, prima o poi, decidano di tradurlo anche in Italia. Il re-watch di questo drama è garantito.
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