Cosa significa innamorarsi? L’amore può anche finire? Ha sicuramente un inizio, ma allora siamo noi a porre un limite, un finale a tutto?
Chi ha inventato la parola “rimpianto”? Più profondo è l’amore, più grande diventa il rammarico.
Choi Hong (Lee Se-young, “A Korean Odyssey”, “The Law Cafè”) è una ragazza coreana che si reca in Giappone per finire i suoi studi di specializzazione in letteratura. Nel giorno del suo arrivo, incontra Aoki Jungo (Kentaro Sakaguchi, “The Parades”, “Only Just Married”), un ragazzo giapponese che l’aiuta a recuperare il bagaglio.
Lo sguardo di entrambi si sfiora in una dimensione al di là del tempo e dello spazio in cui vivono, è quasi come se le loro due anime si stessero aspettando.
“Un singolo istante può durare per sempre e per sempre può finire in un solo istate”.
Le vite dei due giovani sono, infatti, destinate ad incrociarsi e nei giorni seguenti si rivedono e si rincontrano e iniziano a sentirsi legati l’uno all’altra, poi ad essere complici di ogni giornata, condividendo insieme speranze, sorrisi, perle di felicità che costruiscono l’amore, un sentimento da proteggere, perché unico. Entrambi, infatti, vivono il sentimento d’amore con una propria unicità, Choi Hong è una ragazza dal carattere allegro e affida a Jungo ogni suo entusiasmo, Jungo è un ragazzo introverso, silenzioso e affida a Choi Hong ogni suo momento introspettivo: entrambi si completano.
“Era solo un altro giorno, il sole splendeva nel cielo, ci siamo svegliati dal nostro sonno felice, ci siamo guardati con gli occhi assonnati e abbiamo sorriso. Eravamo tanto a disagio, quanto felici”.
C’è, però, un momento nelle nostre vite che, pur essendo circondati da persone o sicuri dell’amore che stiamo vivendo, ci sentiamo soli e, nonostante i tentativi della nostra razionalità, facciamo parlare le emozioni e le nostre insicurezze inconsce, i nostri turbamenti e malesseri ed è compito di chi ci sta accanto rendersi conto della fragilità che ci inghiotte e che ci sta facendo cadere pian piano nell’incomprensione. E’ quello che avviene nella storia dei due protagonisti, quando Jungo inizia a dedicare molto tempo al lavoro e poi finalmente quando viene assunto nella redazione di una casa editrice come era il suo sogno, la ragazza, però comincia a sentirsi sola, in un paese straniero, attorno a sé solo persone che parlano una lingua diversa e se ne accorge un mattino come altri, mentre va a correre come sempre, e prova un senso di desolazione e di solitudine che la soffoca e non riesce a trovare l’aiuto che le serve, nemmeno quello di Jungo.
“Abbiamo solo parlato di un futuro luminoso insieme. Abbiamo fatto di tutto per evitare i nostri problemi e quelle incertezze inferiori si sono trasformate in una palla di neve che ci ha seppelliti dentro. Eravamo ciechi di fronte alla dura realtà del mondo quando eravamo al culmine della felicità. Non eravamo altro che una coppia di stelle che brillavano ingenuamente innamorate”.
Choi Hong capisce di non riuscire più a lottare e sopportare una situazione che ogni giorno la rattrista, la fa rantolare in un turbine di sconforto e una sera lascia Jungo, in un pianto disperato, straziante e carico di malinconia e di affanno, a metà discussione passa dal giapponese al coreano e anche quando il ragazzo cerca di calmarla e confortarla con un abbraccio, lei si allontana, non sente più una connessione fisica, non riesce più a spiegare se stessa in un’altra lingua se non la propria, il suo cuore è completamente distante e così torna in Corea.
La rottura è una presa di coscienza amara e il silenzio si fa sempre più doloroso.
“Eravamo fisicamente nello stesso spazio, ma nel profondo eravamo in due dimensioni diverse”.
Cinque anni dopo, Choi Hong lavora per la casa editrice del padre, è fidanzata con Song Min-jun (Hong Jong-hyun), suo amico d’infanzia che ha nutrito da sempre un sentimento d’amore per la ragazza, ma che non era mai riuscito prima a rivelarlo. La sua vita sembra aver preso un’altra svolta, ma nel suo cuore c’è qualcosa di incompleto e lo comprende solo quando le affidano il compito di andare a prendere in aeroporto uno scrittore giapponese al quale deve fare da interprete ed è solo nel momento in cui incrocia lo sguardo di Jungo in aeroporto che ricomincia nell’animo della ragazza quel turbamento che credeva di aver seppellito.
“Lo avevo capito solo in quel momento, non era Jungo che cercavo di dimenticare. Stavo cercando di dimenticare la versione di me stessa che lo amava. Quindi ho semplicemente sigillato tutto su di lui”.
Lo scrittore giapponese a cui dovrà fare da interprete è infatti Jungo che si è recato in Corea per promuovere il suo ultimo romanzo, un romanzo che ripercorre un amore passato, ma che rivive costantemente nel cuore di lui, un amore a cui affida ancora tutta la sua speranza, l’amore per Choi Hong che il ragazzo non ha mai dimenticato e con la quale desidera scusarsi per averla fatta sentire da sola e trascurata.
In pochi giorni, Jungo e Choi Hong rivivono tutte le emozioni che avevano nascosto nel proprio cuore, in momenti di silenzio, di riflessione, di sguardi rubati, quei momenti felici scanditi dal tempo passato. Jungo, nonostante la presenza di Kanna Kobayashi (Anne Nakamura), sua redattrice responsabile, nonché innamorata non corrisposta di lui da ormai alcuni anni, non appena rivede Choi Hong capisce di aver fatto bene a scrivere quel romanzo perché solo così ha realmente compreso cosa abbia potuto provare la ragazza, scrivere per lui è stato un passo verso il suo cuore, lei che correva ogni mattina per superare la sua solitudine.
Le vite di Choi Hong e Jungo sono in realtà ancora legate, nonostante i rimpianti, le attese, le occasioni sfuggite, la lontananza; è come se già le loro anime si fossero scelte prima ancora di conoscersi.
“What Comes After Love” che è tratto dal romanzo “Things that Come After Love” di Gong Ji-yeong e Hitonari Tsuji e che racconta di un amore che va oltre la lingua e i confini nazionali, è uno dei migliori drama usciti quest’anno, complice una colonna sonora meravigliosa, una regia (Moon Hyun-sung) perfetta, delle atmosfere e delle scene che ritraggono gli stati d’animo dei personaggi e infine la coppia Lee Se-young e Kentaro Sakaguchi dei quali personalmente seguo da tempo le loro carriere artistiche e che mi piacciono molto. I due attori, bravissimi, sono riusciti a trasmettere anche nei silenzi, nei loro sguardi ed espressioni, nella chimica che sono stati capaci di creare, la malinconia di una coppia che si lascia, ma che ancora si cerca. Abbiamo percepito ogni emozione dei loro personaggi, il resto, solo poesia.
“Una stella per i ricordi e una per l’amore. Una stella per la solitudine e una per il desiderio. Una stella per la poesia.
A quanto pare siamo tutti fatti di stelle. La terra è nata dall’esplosione di una stella e così siamo stati creati. Potremmo provenire da razze e paesi diversi, ma alla fine siamo fatti della stessa polvere di stelle”.
Grazia

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