“Life is short, break the rules. Forgive quickly, kiss slowly. Love truly. Laugh uncontrollably and never regret anything that makes you smile”. (Mark Twain)
Che la vita è breve, lo hanno rimarcato più volte filosofi, poeti e artisti, tutti accumunali da quella logica effimera, eppure così intensa, dell’esistenza umana. Non sempre, però, si sono affannati per raccomandare ai propri lettori e/o ascoltatori di rendere ogni momento unico e indescrivibile, tale che possa contare davvero, perché si vive una volta sola.
Potrebbe sembrare uno di quegli slogan belli e pronti con l’intelligenza artificiale per creare post motivazionali sui social e, invece, esiste davvero un trend particolare partito dall’Estremo Oriente (con una certa forza preponderante in Corea del Sud) che reclama a sé questa “filosofia” di vita. Si tratta dello YOLO trend (acronimo dall’inglese “You Only Live Once”, che per anni in rete è stato utilizzato come meme o come battuta, in coreano reso così: 욜로). Lo YOLO riparte e si intreccia alla tendenza Honjok (di cui abbiamo parlato qui) per ricostruire un atteggiamento comune di molti giovani, della Generazione Millennial e della Generazione Z, un senso che invita ad approcciarsi meglio alla vita, godendo di ogni singolo momento e cercando di evitare l’ansia per il futuro.
Il termine ha iniziato a diffondersi in Corea quando il programma televisivo “Hyori’s Home Stay”, andato in onda nel giugno del 2017, ha reso protagonista una coppia che cercava di vivere tutti i piccoli comfort possibili nel panorama di Jeju. Per la verità nulla di particolare, se non che la coppia in questione amava mostrare quella molle e riflessiva stasi appagante che solo il riposo in uno scenario meraviglioso può dare, dove ogni singolo momento è importante, ma soprattutto dove trovare un vero e proprio stacco mentale e fisico con la routine di ogni giorno, lavoro stressante incluso.
Dopo il COVID e la crisi dell’economia, con scompensi economici particolarmente forti sulle situazioni poco stabili dei giovani, e la risistemazione dei lavori, in alcuni casi con un ammontare orario superiore alla situazione precedente e spesso con un aumento dello stress, si è iniziato a parlare con più facilità della sindrome da burnout e delle forme di depressione unite a questa. I giovani, che durante la pandemia si erano abituati a ritmi differenti, al lavoro da remoto e a godere anche la propria intimità domestica e il silenzio, hanno rilanciato il trend dello YOLO (spesso associato anche all’Honjok), attraverso la creazione quasi di un decalogo di regole per vivere meglio.
Lo YOLO, per essere efficace e dare l’opportunità di stare in pace con se stessi, deve basarsi su un giusto bilanciamento tra lavoro e vita, dove la vita viene prima di tutto, mentre il lavoro deve essere solo strumentale ad essa, senza alcuna identificazione a rischio di perdere se stessi. Inoltre, l’economia dello YOLO è essenzialmente una 1conomy, ovvero un’economia fondata su un mononucleo (da qui la tendenza a rimanere single o, comunque, a non formare nuclei familiari). Poi, lo YOLO predica un certo nomadismo digitale: grazie alla diffusione di device elettronici e di connessioni wi-fi, è possibile rendere flessibile il lavoro con una quota considerevole di smartworking, che ha migliorato l’efficienza proprio perché dà la possibilità di inserire momenti YOLO nella vita dei lavoratori. Efficienza che, secondo gli studi, migliorerebbe con orari lavorativi più ridotti e che ha portato molti a ridiscutere sul proprio orario lavorativo.
Un’altra regola fondamentale di questa tendenza è acquisire abitudini sane di vita, come bilanciare il cibo, bere due litri di acqua al giorno, fare movimento ed esercizio fisico, riorganizzare e ridurre i propri spazi lavorativi, coltivare hobby ed interessi, preferibilmente da soli, perché è il metodo migliore per riscoprire se stessi. Per questo motivo, esistono blog, gruppi online, forum, ma anche podcast e, infine, pacchetti di corsi e di attività, che spiegano la via del benessere mentale, come il raggiungimento della felicità delle piccole cose da fare da soli.
La tendenza, però, è oggetto di forti critiche non solo perché è radicata su un individualismo estremo (che, con l’indice di natalità sudcoreano pari a zero, diventa quasi pericoloso), ma anche perché sulla base dello YOLO tutto viene pianificato per un breve termine e mai con una prospettiva troppo futura. Così, ad esempio, i giovani, privi di vere sicurezze lavorative ed economiche, tendono a fare delle assicurazioni per la salute brevi, che rischiano di farli rimanere scoperti in determinati periodi.
Di recente, si è diffuso un nuovo trend, quello del “Godsaeng” (dall’inglese “God”, Dio, e dal coreano “saeng”, vita), con l’intento di indicare (uno di stile di vita) “perfetto” da seguire, eliminado quelle incongruenze presenti nello YOLO. Chi segue la teoria Godsaeng, di fatto, parte da quest’ultimo, ma si sposta dal benessere esclusivamente individualistico e pone l’accento sul rendere la propria vita industriosa e attiva. Per questo motivo, i Godsaeng sono spesso fuori di casa per qualsiasi cosa (un pasto, una passeggiata per il parco, un giro per i negozi), anche e soprattutto da soli, senza progettare grandi eventi. A differenza del puro YOLO, che cerca di vivere il presente, il Godsaeng non si fa scoraggiare dall’immaginare una prospettiva futura, ma è molto più pragmatico nel suo approccio con l’ordinario di tutti i giorni.
Il fatto che il top per tutte queste tendenze analizzate finora in Corea, sarebbe il FIRE (Financial Independence, Retire Early), un atteggiamento che invita a guadagnare molto per, poi, ritirarsi presto dal lavoro ed essere finanziariamente indipendenti e viaggiare per il mondo, fa capire chiaramente l’incidenza che queste nuove tendenze hanno avuto anche dal punto di vista terapeutico.
Forse, al di là di queste tendenze, che rischiano di venire schiacciate dalle mode del momento, bisognerebbe capirsi e anche perdonarsi: perché va bene ottenere tutti i risultati positivi e migliorare le proprie posizioni, ma va bene anche fallire e, per riprendere un adagio di un vecchio film, fallire alla grande.
Per favore, siate gentili con voi stessi.
Laura

Grazie! Senza parole
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Grazie a te!
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