“La mia strategia è il Concerto n.3 per pianoforte di Beethoven”.
Esiste un pianista che è diventato avvocato, ma ragiona come un musicista, dirige la sua orchestra di atti legali, coordinando diesis e bemolle nella stessa sinfonia, dipinge un acino d’uva su un quadretto per dilettanti ad ogni causa vinta o, comunque, risolta in modo imprevedibile, non segue alcun criterio voluto dalla normalità e, soprattutto, canta a squarciagola girando per la casa in camicia bianca alla Risky Business, così indiscriminatamente e senza pudore da sollevare più dubbi che lamentele nei suoi vicini di casa. Esiste un avvocato, che conserva un animo da musicista, ma è intuitivo e caparbio come solo un genio del diritto può esserlo, perché, dove gli altri vedono solo quesiti giuridici, lui vede connessioni e sa tracciare quelle linee immaginarie corrette per ricostruirli. Ma, soprattutto, esiste un avvocato che accetta un solo caso alla volta, perché troppo stanco e pigro per dedicarsi a troppi casi.
“Dovresti cambiare il tuo nome da Shin Sung-han a Mr. Competenza”. “Salve, sono il suo avvocato competente, Mr. Competenza. Il suo avvocato competente, Mr. Competenza”.
Shin Sung-han (interpretato magistralmente da Cho Seung-woo, protagonista di “Sisyphus: The Myth” e “Stranger“) è un ex brillante pianista di musica classica, che ha vissuto a lungo in Germania, ma che torna in Corea, dopo la morte drammatica della sorella minore, apparentemente sofferente di una depressione acuta e vittima di un incidente automobilistico. La tragedia familiare colpisce in modo profondo la sua iper-sensibilità e, avendo appreso che la sorella stava vivendo da tempo una lotta in seno alla famiglia che si era formata, incentivata, in particolare, da marito e amante del marito, prende la decisione di scoprire la verità su quanto è successo. Cerca, così, di liberare se stesso dal senso di colpa che lo opprime per non aver capito la sofferenza della sorella e, al tempo stesso, tenta di liberare anche il nome della sorella, quasi un tributo per rendere pace alla sua anima. Per questo motivo, decide di abbandonare la musica, riprendere in mano i suoi studi giuridici e dedicarsi alla legge, diventando un avvocato divorzista. O, ancor meglio, decide di lasciare i tasti del pianoforte e impugnare i codici per aiutare tutte quelle persone, incastrate in matrimoni infelici e abusivi, ad uscirne fuori, supportandole nel venire a capo delle proprie vite prima che sia troppo tardi. Ed è così che, nel giro di qualche anno, l’avvocato Shin Sung-han si trasforma nel “divorzista” per eccellenza.
“Questo è il prezzo da pagare per essere diventati famosi”.
A dispetto della sua “fama”, seppur incastonata nella sua stranezza e nelle sue peculiarità, che lo hanno reso un personaggio, e nonostante la sua ricchezza ereditata da generazioni, l’avvocato Shin Sung-han non appare mai superbo e altezzoso. Piuttosto, si potrebbe definire il suo studio abbastanza modesto, quasi da legale di quartiere, con quella porta che non si riesce ad aprire perché fuoriuscita dai cardini, le montagne di carte e documenti sparsi ovunque e una squadra di impiegati così stralunata e particolare, che risulta pure difficile metterla insieme: c’è il fedele para-legale, amico di una vita e confidente fidato, Jang Hyung-geun (interpretato da Kim Sung-kyun di “D.P. – Deserter Pursuit” e “Weak Hero Class“), che è stato lasciato dalla moglie “perché lavorava troppo”, ma che compra ancora regali per i figli avuti da questa con il nuovo marito; c’è l’impiegata con abilità investigative Lee Seo-jin (interpretata da Han Hye-jin di “Man in Love“), ex brillante conduttrice radiofonica, difesa proprio dall’avvocato Shin in una burrascosa causa di divorzio; c’è la segretaria Yoo Sae-bom (interpretata da Lee Eun-jae di “18 Again“), che, per la verità, perde almeno le prime due ore lavorative a recuperare videoclip di K-pop; c’è il giovane avvocato Choi Joon (interpretato da Han Jae-seok di “Benvenuti a Samdalri“), che, per qualche strana ragione, vorrebbe somigliare proprio al suo mentore e che nel tempo libero fa lo youtuber. E, tanto per completare la squadra, ci sono anche gli aiuti “non richiesti” del migliore amico perennemente squattrinato (ma con fuoriserie sportiva) Jo Jung-sik (interpretato da Jung Moon-sun di “Hospital Playlist“), della padrona del ristorante di ramen vicino Kim So-yeon (interpretata da Kang Mal-geum, l’urlo più iconico di “Squid Game“) e della produttrice radiofonica Jin Young-joo (interpretata da Noh Susanna di “To All the Boys who loved me“).
“L’interpretazione del musicista è importante, ma prima viene sempre l’ispirazione del compositore”.
“Divorce Attorney Shin” (신성한 이혼), in italiano “Il divorzista“, è concepito effettivamente come una composizione di musica classica in 12 tempi (ovvero in 12 episodi), che alternano andante moderato e allegro, “musicati” in modo straordinario da tutti gli interpreti e “orchestrati” senza mai perdere un colpo da Lee Jae-hoon (regista che ci ha dato delle vere perle come “Run On” e “Page Turner” e che ha dimestichezza con note musicali e stati d’animo). Come una grande opera musicale, anche il drama si può scomporre in storie differenti, con una narrativa diversificata, che hanno in comune, però, l’aspetto umano da cui si parte per ricostruire il caso e capirne, poi, la soluzione da adottare. L’umanità è un tratto distintivo del modus operandi del protagonista ed è quell’ingrediente che rende musica il diritto, che dona armonia agli articoli di legge, togliendone la presunta aridità. Proprio da quel profondo senso di umanità, che lo mette in connessione con i suoi clienti, parte l’avvocato Shin, caso per caso, cliente per cliente, riducendo sempre di più anche lo spazio tra spettatore e personaggi e facendo vivere ogni singola storia in un crescendo unico per ricostruire la storia personale del protagonista, la sua ricerca sul colpevole della morte della sorella e la sua lotta per l’affido del nipote.
“Gocce di pioggia. Concerto per piano n. 23 di Mozart, secondo movimento. Quelle parole senza cura. Ma il tocco delle chiavi… Come posso definirlo? Una sofferenza profonda. Come un adagio”.
Si apre così, lentamente, come un adagio, anche l’animo dell’avvocato Shin, la sua vita in perenne e volontaria solitudine, quasi colorata da un acquarello blu, ma che si sfuma agli angoli, diventando via via più turchese e celeste, fino a trasformarsi in trasparente nella lealtà delle amicizie vere, quelle che non hanno bisogno di grandi discorsi e che non devono essere rassicurate sempre della propria esistenza, ma che sono lì presenti a vegliarsi reciprocamente, come in una notte di insonnia alternata per far la guardia che il fuoco che non si spenga mai, provocando il buio, e che la musica possa continuare, nonostante tutto.
Io me lo immagino sempre in questo modo, questo strano avvocato divorzista un po’ stralunato e vestito di tweed marrone, con i suoi occhiali cerchiati dorati, una bottiglia di vino appena stappata, mentre pensa a come può aiutare una donna vessata dalla famiglia del marito o una moglie abusata da un marito violento o un uomo troppo di buon cuore da essere truffato e, intanto, suona vivace e a tutto volume una canzone folk-trot, accogliendo nel suo cuore una piccola e variegata comunità di isole alla deriva, che, grazie a lui, si è trasformata in arcipelago.
Laura
Come suona la recensione?

Bella recensione Laura. Cogli in pieno lo spirito di questa serie. Volendo essere un po’ critica direi che solo il personaggio della giornalista rimane un po’ sfocato.
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Grazie mille ^_^
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