Un antico proverbio cinese dice: “Le donne sostengono la metà del cielo”. Significa che le donne sono parte stessa della volta celeste, che reggono silenziosamente e gentilmente, quasi in modo impercettibile, con la loro determinazione, la loro forza interiore, la tenacia e il coraggio che le contraddistingue e che le ha sempre contraddistinte nella storia. Il proverbio divenne famoso quando Mao Zedong, annunciando la parità di genere e l’eguaglianza tra donne e uomini nella Cina socialista, lo fece diventare la colonna portante del suo programma di democratizzazione, per cui tutto ciò che potevano fare gli uomini poteva essere fatto anche dalle donne. In un paese con forti e radicati sentimenti patriarcali, derivanti dalla cultura e dalla filosofia confuciana, innestare quest’inversione di visione nei confronti del genere femminile non fu facile. Eppure, le donne, quell’altra metà del cielo che nessuno mai notava, hanno sempre rappresentato la forza nascosta del popolo cinese, la memoria, la resistenza e l’adattabilità. Di seguito, abbiamo raccolto due consigli di lettura a tema.

“Cigni Selvatici. Tre figlie della Cina”
di Jung Chang
Edizioni TEA
“Cigni selvatici” è principalmente una storia di donne, delle loro fatiche, delle costanti sofferenze e delle loro speranze. La storia di tre generazioni di donne raccontate dalla voce narrante di Jung Chang, autrice del romanzo, che ripercorre la storia della Cina nel tumultuoso XX secolo partendo dalla vita della nonna, a quella della madre, per finire alla sua.
Nel 1909 nasce Yu-fang, nonna dell’autrice, in quel tempo la Cina è una società feudale e all’età di due anni alla bambina viene praticata la fasciatura ai piedi, all’età di quindici anni viene ceduta come concubina ad un “signore della guerra”, per poi ritrovarsi, alla morte di quest’uomo, libera, ma attorno a lei la storia sta travolgendo tradizioni e comportamenti.
Un nuovo mondo, un nuovo capitolo coinvolge la vita di De-hong, figlia di Yu-fang e madre dell’autrice che, cresciuta sotto l’occupazione giapponese e poi russa, allo scoppio della guerra civile tra i comunisti e il Kuomintang di Chiang Kai-shek, entra a far parte del movimento clandestino e diventa una rappresentante della rivoluzione nonché figura di spicco, simbolo della donna cinese emancipata.
I genitori dell’autrice Jung Chang diventano alti funzionari del regime di Mao Zedong garantendo alla figlia cure e privilegi fino a quando la ragazza, dopo essere stata “guardia rossa”, inizia a contestare il sistema, i genitori vengono reclusi ed esiliati, il padre morirà alcuni anni dopo essere stato dichiarato insano di mente.
Jung Chang, dopo un periodo di esilio, dove lavora come contadina, nel 1978 lascia il paese per trasferirsi nel Regno Unito, dove, grazie ad una borsa di studio, diventa la prima studentessa della Repubblica popolare cinese a conseguire un dottorato.
“Cigni selvatici” è stato scritto in lingua inglese e successivamente tradotto in diverse altre lingue, nel 1992 raggiunse la celebrità e nel 1993 vinse il premio “Book of the Year”, in Cina venne bandito per diverso tempo, alcune versioni della traduzione, invece, sono reperibili a Taiwan e Hong Kong.
Storia di donne del Novecento, storie di coraggio, un viaggio intimo nel cuore di tre anime fiere e orgogliose, che hanno navigato i mari della vita scontrandosi contro eventi e incontrando nel loro cammino le vite parallele di altre persone.
“Ripensavo ai miei ventisei anni: avevo sperimentato il privilegio e la denuncia, il coraggio e la paura, e avevo visto la bontà e la lealtà così come gli abissi della bruttura umana. Fra sofferenze, rovina e morte, avevo conosciuto soprattutto l’amore e l’indistruttibile capacità umana di sopravvivere e perseguire la felicità”.

“Mulan. La ragazza che salvò la Cina”
di Isabella Doniselli Eramo
Luni Editrice
Le leggende sono sempre state una parte importante per la formazione culturale di ogni popolo. Così, il personaggio di Mulan, che ha forgiato intere generazioni di bambine con il suo esempio, complice anche la pellicola d’animazione della Disney e una meravigliosa colonna sonora.
Il libro scritto dalla sinologa Isabella Doniselli Eramo parte dalla ballata tradizionale cinese dedicata a Hua Mulan (o 木蘭辭, 木兰辞 o Mulan Chi, che nel libro è trascritta in doppia lingua con testo cinese a fronte), tramandata oralmente per secoli e trascritta per la prima volta solo nel VI secolo, ad opera di Liang Tao. Dalla ballata, l’autrice ricostruisce come un libro-game la storia della fanciulla che salvò la Cina dall’invasione degli “unni” (termine per identificare popolazioni turco-tibetane), sostituendosi al padre, troppo anziano e malato per il servizio di leva. Apprendendo le diverse varianti della leggenda Mulan, il lettore può leggere tutte le pagine di seguito (perché scorrono in modo meraviglioso) o saltare seguendo le indicazioni di lettura per focalizzarsi solo su una parte della storia (la Mulan soldato, stratega, maga o la sua storia d’amore con il capitano Li Jun).
Un’appendice finale ricostruisce gli eventi storici che fanno da sfondo alla leggenda di Mulan, raffigurata nel “Wu Shuang Pu” di Jin Guliang (无双谱, Tavola degli eroi incomparabili): comunemente sono fatti risalire alla dinastia Bei Wei (ca. 386-436 d.C.), ma, secondo alcuni, sarebbero antecedenti fino ad arrivare all’epoca Han (206-220 a.C.). Con la dovizia e la cura della studiosa appassionata di cultura cinese, l’autrice analizza anche la figura di Mulan, non tanto come proto-femminista, termine spesso abusato negli ultimi anni, ma come esempio di virtù e di pietà filiale confuciana, oltre che come concretizzazione dei valori alla base dell’etica e della cultura dell’Estremo Oriente, ricorrendo a citazioni di Sun Tzu e di altri studiosi.
Grazia (per “Cigni Selvatici”) e Laura (per “Mulan”)
