“All’inizio tua madre era contraria a farti praticare il ssireum. Era la prima volta che litigavamo, ma alla fine mi diede ragione. Ai miei occhi, tu avevi molto più talento dei tuoi fratelli. Non essere precipitoso. Alcuni fiori sbocciano più tardi”.
Qualche volta ci sembra di dover fare tutto in fretta, di dover mostrare per forza risultati, per noi stessi e per le persone che ci vogliono bene, per coloro che tifano per noi, per la nostra famiglia, perché ogni fallimento è un dispiacere doppio, è un susseguirsi di sensi di colpa, di rimpianti e di tormenti, ma, quel tentativo vano di superare noi stessi e le nostre forze, ci deprime, ci stanca e ci abbandona nel baratro dell’inadeguatezza sociale.
Kim Baek-du (un bravissimo Jang Dong-yoon, “Daily Dose of Sunshine”) è un ex lottatore prodigio di ssireum, disciplina sportiva tradizionale coreana che somiglia un po’ al wrestling e alla lotta greco-romana, dove gli avversari, che si fronteggiano all’interno di un grosso ring pieno di sabbia, indossano una cintura (satba) che avvolge vita e coscia e lottano avvinghiati con il tentativo di buttare a terra l’altro, utilizzando la forza di braccia, gambe e dorso.
Kim Baek-du era ritenuto fin da piccolo un prodigio di ssireum perché aveva tecniche e abilità tutte sue, personali, ma in realtà le alte aspettative lo hanno portato a deprimersi e a perdere la stima per se stesso e per le sue capacità, non è mai riuscito a sfondare e ora, a trentadue anni, vorrebbe giocarsi un’ultima occasione per poter trovare riscatto nello sport. Cosa è successo a quel ragazzo prodigio che non è mai riuscito a vincere un titolo nazionale?
La vita.
La sua andatura cadenzata, goffa, dinoccolata, è simbolo della sua lenta resa, di quella pigrizia quasi imposta dal tempo che passa senza una qualsivoglia soddisfazione nella vita, lento cammina per la strada dalla palestra a casa sua, meditando ad un suo ritiro dalla scena sportiva, con la borsa pesantissima che pende da una spalla, ogni tanto accelerando il passo, ogni tanto discutendo con se stesso e dando libero sfogo a strambi monologhi che riempiono il silenzio, mentre la sua ombra si perde nel colore blu del calar della sera e delle onde del mare della cittadina costiera di Geosan.
Un giorno, però, proprio nella vita di Baek-du ricompare una persona che non vedeva da venti anni e qualcosa accade nella sua esistenza. Una giovane donna misteriosa che cammina per il paese con un ombrello aperto per coprirsi dal sole dell’estate afosa e che è andata ad abitare presso la vecchia casa di Oh Du-sik. La donna si chiama Oh Yoo-kyung (interpretata da Lee Ju-myoung) ed è stata assunta come responsabile del team di gestione del Geosan County Office Ssireum Team. Baek-du, però, riconosce nella donna la sua vecchia amica d’infanzia Oh Du-sik che venti anni prima era stata costretta ad abbandonare la città con la sua famiglia dopo le accuse rivolte al padre relative all’omicidio di un lottatore di ssireum, compagno di squadra del padre della bambina.
L’arrivo della ragazza avviene qualche giorno dopo uno strano incidente dove qualcuno ha perso la vita cadendo con l’auto dentro il lago artificiale, qualcuno legato forse a quello che è successo venti anni prima e che è rimasto irrisolto.
Baek-du, però, non si arrende, appartiene a quella tipologia di persone tenaci che hanno in sé una punta di genuino intuito che loro stessi non riconoscono, per il ragazzo, infatti, Oh Yoo-kyung non è altro che Du-sik, quella bambina che, prima di sparire dalla sua vita e di lasciargli profonda tristezza nel cuore, gli aveva chiesto in lacrime: “Promettimi che sarai un campione da grande e che, quando lo diventerai, ti ricorderai di dire a tutti di me”.
Con la vicinanza della sua compagna di infanzia e con quella vecchia promessa fatta che aveva in sé il potere di un incantesimo, il cuore di Baek-du, rimasto congelato e inerme in qualche momento della sua vita, inizia a scaldarsi, a trovare quella voglia di rivalsa che riesce a tacitare la stanchezza degli anni che passano e delle delusioni. Solo l’esperienza legata alle cadute e ai fallimenti può portare ad una maturità e ad una riconciliazione con se stessi, trovando nella propria fisicità, non più così giovane e scattante, la soluzione a quel senso di inadeguatezza e di sconfitta che ha afflitto la sua esistenza. Lo sport in questo drama è la chiave della rinascita, tutta la città di Geosan ruota attorno al ssireum, alla preparazione per le gare nazionali, ad un senso di equilibrio che ogni personaggio della storia ricerca.
Indimenticabili alcuni personaggi, la madre di Baek-du (Jang Young-nam “Crash Course in Romance”, “It’s Okay to Not Be Okay”) che vede nel figlio le capacità sopite e che cerca di svegliarlo da quel sonno che gli ha affaticato le membra, il silenzio sofferto del padre (Choi Myung-soo, “The Good Bad Mother”) che da ex campione di ssireum avrebbe voluto vedere il successo del figlio, ma a lui viene affidata la frase più importante e commovente del drama con la quale ho iniziato la recensione, Kwak Jin-soo (Lee Jae-joon) amico e rivale di lunga data di Baek-doo, ex lottatore di ssireum e ora suo allenatore, la giovane Joo Mi-ran (Kim Bo-ra, “Finland Papa”, “Ghostderella”) la misteriosa proprietaria di una caffetteria in paese, Jo Seok-hee ( Lee Joo-seung, “Happiness”), amico di Baek-du e agente di polizia di Geosan.
“Come i fiori sulla sabbia” è un drama dal magnetismo incredibile, recitato benissimo, con un protagonista interpretato da Jang Dong-yoon che ha superato ogni aspettativa, con dei chili in più, con uno sguardo sempre tra il timido e l’impacciato e intorno a lui quella comunità che regala il senso di coralità che spesso i kdrama riescono a rendere perfettamente.
Una delle migliori serie viste ultimamente, emozioni e valori che scaldano il cuore, personaggi con i quali mi è sembrato di diventare amica, persone comuni, con i loro pregi e difetti a partire dal protagonista, non un supereroe, ma uno stralunato, ingenuo e malinconico ragazzo che deve conquistare la stima di se stesso.
“A volte mi sentivo così. Anche se avevo superato i 30 anni senza rendermene conto, mi sentivo ancora come un bambino di 11 anni, dentro. Pensavo che non ci sarebbero più state giornate belle e felici nella mia vita. Mi sforzavo di non ricordarle.
La vita è imprevedibile. A quanto pare, le giornate più belle e felici della mia vita, sono proprio queste”.
Grazia
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4 pensieri riguardo “Come i fiori sulla sabbia – Like Flowers in Sand”