“Sembra come se fosse sparito tutto…il mondo è pieno di cose che odio e cose di cui non ho bisogno…Ma se non ci fosse più niente quando torno là fuori…Almeno questo vorrei che non sparisse…”
E se una maschera potesse trasformarci, dare un’altra idea di noi stessi agli altri, regalarci l’opportunità di migliorarci per realizzare i nostri sogni?
“Miyo – Un amore felino”, parla proprio di questo e affronta l’argomento in modo molto delicato come ci ha abituati la scrittura sensibile di Mari Okada (“Dragon Pilot”, “Toradora”) e dalle tinte pastello, quasi per raccontarci in modo semplice, gentile, ma anche fantastico, questa bellissima storia di maschere, di umani e di gatti.
Le maschere sono utilizzate nella cultura giapponese per rappresentare personaggi teatrali, divinità o spiriti tipici del folklore, possono avere valenza negativa oppure positiva, ma anche buffa e spiritosa, le maschere rappresentano i diversi stati d’animo e il mondo delle emozioni umane.
La nostra storia si apre con Miyo Sasaki, detta Muge, studentessa quattordicenne segretamente innamorata del suo compagno Kento Hinode, ma non ricambiata e che, durante una festa tradizionale, si avvicina ad una bancarella colorata dove un gatto affascinante e magico vende delle maschere singolari a forma di musetto di gatto. Questo strano mercante di maschere cerca di vendere le sue maschere agli esseri umani infelici che vogliono cambiare vita o semplicemente vogliono fuggire dal mondo e non farsi più trovare da nessuno.
Queste maschere, in realtà, hanno un potere segreto: se si indossa una delle maschere e si fa una capriola, ci si trasforma in un gatto. Miyo lo fa e si trasforma in una dolcissima gattina bianca.
Da gatta, Miyo riesce ad avvicinarsi senza timore e timidezza a Kento che si affeziona subito alla gattina credendola una trovatella, ma, più va avanti questo inganno più Miyo si trova impelagata in un mondo pieno di bugie e sensi di colpa e si ritrova a dovere affrontare un’altra dimensione, quella della magia e lo fa a sue spese perché non riesce più a tornare nella sua forma umana.
Cosa sarà successo? Come potrà tornare indietro e stringere un nuovo contratto con il gatto magico della bancarella?
Per Miyo inizierà un viaggio complesso e sarà accompagnata dallo stesso Kento, con il quale si troverà in una terra dominata da gatti che si comportano come esseri umani con pregi e difetti. In questa dimensione temporale felina Miyo dovrà cercare di recuperare la maschera umana che le permetterà di tornare ad essere se stessa.
Se una maschera l’ha aiutata ad avvicinarsi alla persona che ama, a scoprire i lati malinconici e tristi di Kento, lati che non conosceva, ora Miyo sa che deve riprendere la sua maschera da umana per riconoscersi e accettare se stessa e imporsi nel mondo, immergendosi nella società. Non serve una maschera per nascondersi e annullarsi o un incantesimo o una magia speciale, la vera soluzione è credere in se stessi e Miyo ne prenderà atto per costruire il suo futuro, per uscire dalla sua patina di depressione mascherata da finta allegria. Perché non si può coprire una maschera indossandone un’altra.
Una storia profonda di formazione e di coraggio, seguiremo la protagonista nel suo tenace tentativo di uscire da un incubo, quello di tutti noi quando indossiamo una maschera per affrontare il mondo fuori da casa nostra, per non inciampare e, quando poi posiamo la maschera, stanchi, la sera, per riuscire a raccoglierci nel nostro io interiore.
“Miyo – Un amore felino” è anche conosciuto con il titolo inglese “A Whisker Away”, è un film del 2020 diretto da Jun’ichi Satō (“Sailor Moon”, “Keroro”) e Tomotaka Shibayama (“La ragazza che saltava nel tempo”), da recuperare anche la ricca colonna sonora.
Memoru Grace

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