Love Affairs in the Afternoon

Si può vivere un amore anche se ci si sente in colpa? Si può cercare la propria felicità con la consapevolezza di rischiare di far soffrire gli altri?

Love Affairs in the Afternoon” è un drama che scava nei meandri più profondi della psiche umana, dalla ricerca della felicità, alle turbolenze dell’anima, dall’appagamento egoistico, all’agonia tra il desiderio umano e l’esistenza, fino al senso di colpa, quello che induce a volte a prendere anche delle decisioni estreme.  

“Inferno o Paradiso? Salvezza o agonia? “, questo è il dubbio esistenziale che i protagonisti, così come noi spettatori, ci poniamo di fronte all’ andamento della storia.

Son Jin-eun (un’intensa Park Ha-sun, “Centro di assistenza alla nascita”, “The Veil”) trascorre tutto il suo tempo sola in casa a leggere ed esce solo per un lavoro part time presso il supermercato vicino. Ogni giorno attende l’arrivo del marito che, indifferente alle timide richieste di attenzione della moglie da tre anni a questa parte, quando torna a casa, si estranea solo per stare in compagnia dei due pappagallini che i due coniugi hanno chiamato Fede e Amore (non è a caso la scelta dei due nomi perché diventerà allegoria del sentimento all’interno della narrazione). Jin Chang-gook (Jung Sang-hoon, “Big Forest”, “Decibel”) è un marito che sembra disinteressarsi della vita della moglie anche quando lei cerca disperatamente di comunicargli il proprio disagio.

Un giorno Jin-eun si imbatte nella vicina di casa, Choi Soo-ah (la bravissima Ye Ji-won, “Dodosolsollalasol”), una casalinga elegante, algida, dedita alla famiglia e alle due figlie, che, però, ha un segreto, la sua frustrazione esistenziale per aver scelto di sposare un marito ricco, ma insensibile nei suoi confronti, che la porta a tradirlo, per punirlo. Ji-eun, all’inizio, è alquanto sconcertata dal comportamento di Soo-ah e il suo pregiudizio si fa subito notare nei confronti della donna, ma, per una serie di motivi, le due iniziano a parlare e diventano confidenti di qualcosa che le accomuna, il malessere interiore e la solitudine. Soo-ah cerca di suggerire alla ragazza di non spegnersi perché la sua vita finora è stata come una rosa che fa di tutto per appassire.

Accade così che, silenziosamente, nella vita di Ji-eun entra il timido Jung-woo (Lee Sang-yeob, “Eve”, “Once Again”) incontrato più volte al supermercato e in una particolare situazione che li ha fatti avvicinare. Jung-woo, insegnante di biologia, si trova anche lui in una condizione familiare fragile, ha finito un dottorato negli Stati Uniti, dove capiremo che si è sposato con una collega solo per aiutarla a superare una situazione delicata, la moglie è rimasta per tre anni negli USA a completare i suoi studi e solo ora che è rientrata in Corea del Sud, Jung-woo ha capito di non provare amore per lei, ma solo affetto e stima.

Inizia così la relazione tra Ji-eun e Jung-woo, quasi in contemporanea alla fuga dalla gabbia del pappagallino Amore, volato via e cercato dalla ragazza per tutto il bosco vicino. Come il vilucchio, fiore rampicante fotografato da Jung-woo, il cui significato è “insinuato lentamente e profondamente”, così il sentimento tra Ji-eun e Jung-woo diventa sempre più profondo, si capiscono, riconoscono la loro solitudine, cercano di comprendere la propria mancanza, il proprio stato di disagio.  Così come il vilucchio, le cui radici si insinuano a fondo nel terreno e i germogli derivano da lì, anche il loro amore si ramifica e cerca di estendersi nelle loro esistenze, ma anche il vilucchio ha un non so che di solitario, di nascosto come i loro incontri, timidi, silenziosi, passeggiando tra gli alberi del bosco vicino, attorniati dalla natura, dai silenzi e dalla musica del fruscio degli alberi che Ji-eun registra per condividere con se stessa quei momenti nella sua solitudine.

“Ho visto la vera me, la me come un fiore di vilucchio, la me come una bolla di sapone, la me come una bambola e la me che è stupidamente felice”. “Come se l’aria risvegliasse ogni cellula del mio corpo”.

La storia tra Ji-eun e Jung-woo è di una incantevole delicatezza lirica, le atmosfere attorno a loro, come il cammino serale in un percorso illuminato dal brillio delle lucciole o un pomeriggio insieme al cinema, attimi rubati per stringersi la mano nel buio della sala, ci immergono nei pensieri dei due protagonisti, con i quali entriamo in empatia e cerchiamo di accompagnarli nel loro viaggio emotivo, nel crescendo di un dramma che li metterà di fronte a dubbi, difficoltà e sensi di colpa.

“Menti alla tua famiglia, ferisci le persone che hai intorno. Perdi persino gli amici e alla fine ti lasci cadere in una palude oscura. L’infedeltà è un amore imperdonabile. Non ci ho mai nemmeno pensato, non poteva essere la mia storia, ma poi ho iniziato ad avere paura. Mi sento persa in un labirinto senza uscita, ma non sono così coraggiosa da perdere tutto e gettarmi tra le fiamme come una falena. Mi volterò e uscirò da quella palude prima di cadere più a fondo. Signore, ti prego, non tentarmi”, così afferma la protagonista all’inizio della storia, ma poi, come il secondo pappagallino, Fede, che si lascia morire dopo la fuga di Amore, la cima del dirupo non sembra così lontana, la destinazione finale.

Un mormorio nella pioggia e le parole che da sempre avrebbe voluto ascoltare: “Voglio invecchiare con te”.  Delle semplici parole o un gesto gentile, un accenno di sorriso, il trovare il proprio porto sicuro la sera quando, al rientro a casa, ci si vuole scrollare di dosso il carico di una giornata, aspetti quotidiani, comuni che spesso vengono ignorati e creano un clima di incomunicabilità all’interno di una coppia, mentre Ji-eun e Jung-woo si ritrovano così vicini, ma così disperatamente lontani. Non si possono rinnegare i sentimenti, la comprensione di due anime tristi e sole, ma la vita chiede il suo scotto soprattutto quando sono coinvolte altre persone ed entrambi arriveranno al punto di sacrificare se stessi in due modi differenti.

Liberamente ispirato alla serie giapponese “Hirugao” del 2014, “Love affairs in the afternoon” si sofferma su una tematica così difficile in modo delicato incentrandosi soprattutto sull’analisi psicologica e sui dialoghi interiori della protagonista, una meravigliosa Park Ha-sun, sulla complicità raggiunta anche solo da uno sguardo rubato che entrambi gli attori riescono a trasmettere e a condividere con uno spettatore che resterà incantato dalla loro storia e soffrirà con loro. Una delle particolarità che impreziosisce questa serie è il cercare di capire il punto di vista dei personaggi dai principali ai secondari, senza condannare né le loro scelte, né le loro azioni, dal marito di Ji-eun che apprezzeremo maggiormente nell’ultima parte soprattutto per alcune scelte mature che porteranno ad una certa soluzione, alla moglie di Jung-woo, che, personalmente, ho tollerato un po’ di meno, ma in ogni modo reagisce da donna ferita. La vicina Soo-ah che, durante la storia, rincontrerà un amore di gioventù, l’artista Ha-Yoon (Jo Dong-hyuk) e sarà spinta ad abbandonare il tetto coniugale senza, però, voler lasciare le sue amate figlie iniziando un conflitto estenuante con il marito per l’affidamento delle bambine. Menzione speciale alla figlia maggiore interpretata dalla giovanissima attrice Shin Soo-yeon della quale avevo apprezzato l’interpretazione in “Melancolia”. La figlia di Soo-ah è così matura che tenta di capire i genitori, in particolar modo il malessere della madre causato dall’ anaffettività del padre.

Altra menzione speciale va alla sempre meravigliosa Kim Mi-kyung (già adorata in “Healer”, “It’s okay to not be okay”, “Go Back Couple” e molti altri drama) che qui interpreta la tenerissima suocera di Ji-eun, per la quale mi sono davvero commossa e anche la protagonista ne è affezionata e si sente in colpa nei suoi confronti.

Particolare rilievo la bellissima colonna sonora di “Love Affairs in the Afternoon”, sobria, elegante, soffusa che rende bene l’intimità dei sentimenti dei personaggi e la scelta di inserire, in alcuni momenti più drammatici e lirici, “Le Secret” di Daniel Faure, per cui gli amanti della musica classica possono restare incantati.

 Questa serie, seppur malinconica, lenta e in un continuo climax ascendente di dramma, lascia un messaggio di speranza e vi stupirà fino alla fine. Il messaggio è affidato alle parole della poesia di Park No-hae pronunciate dalla protagonista Ji-eun: “Mentre percorri una strada buia, non disperare se non vedi nessuna stella, perché quella più luminosa non è ancora arrivata”.

Memoru Grace