Busted! (It’s This or Cluedo)

“Let’s go solve the case!”.

Ancora non so seriamente come posso definire questo prodotto, che non è un drama nel senso tecnico, ma non è nemmeno un programma televisivo normale e, soprattutto, non è assolutamente un reality. Sembra più un gioco di ruolo con sprazzi di copione (o, meglio, con canovaccio), ma non per tutti i partecipanti. Forse è più qualificabile in quel maxi insieme composito delle unscripted series o dei cosiddetti “varietà” prodotti in Corea del Sud, genere unico ancora non esportato troppo all’estero, ma che sta diventando un marchio di fabbrica dell’Hallyu, seppure segue una trama vera e propria e costruisce dei personaggi con tanto di background psicologico e caratteriale, come in un film, in una serie o in un romanzo. In questo caso specifico – e rubando una battuta allo Sherlock rivisitato nella nota serie BBC con Benedict Cumberbatch -, personalmente definirei Busted! come un grande e gigantesco Cluedo di tre stagioni: 10 episodi nella prima, 10 episodi nella seconda e 8 episodi nella terza stagione, per un totale di 28 episodi da circa un’ora e venti, un’ora e mezza l’uno. I protagonisti sono le vere pedine di quest’immenso e animato Cluedo, ovvero dei detective chiamati, di volta in volta, a risolvere un caso diverso, basandosi unicamente sugli elementi forniti all’inizio, sugli indizi che possono raccogliere durante l’indagine e sulla propria intelligenza. Nonostante su quest’ultima ci sarebbe da fare una profonda discussione, come possono dimostrare tanti e variegati episodi esilaranti, che costellano lo svolgimento dei fatti.

L’antefatto, che lega le tre stagioni che costituiscono Busted!, è la creazione del Progetto D, che ha impiantato dei microchip contenenti i DNA di famosi detective nella storia in sette sfortunati e maldestri investigatori. Il misterioso K (interpretato da Ahn Nae-sang, attore caratterista visto in innumerevoli drama, tra cui Kill Me Heal Me e DoDoSolSolLaLaSol) convoca questi detective, che sono stati le inconsapevoli cavie del progetto, per metterli a parte dell’esperimento. In quel momento, però, l’omicidio di un suo collaboratore gli impone di affidare il caso alla scapestrata e stralunata squadra. Ciò scatena una serie di eventi per cui, di volta in volta, i nostri detective più pasticcioni devono risolvere qualche mistero, sia esso trovare un colpevole di furto o di omicidio o sia rispondere ad una serie di indovinelli e quesiti di logica e di matematica per capire qualche indizio (facendo ben notare che alcuni di loro riuscivano a totalizzare 20 su 100 in matematica ai tempi della scuola).

I nostri magnifici sette sono: Yoo Jae-suk (Korea No.1), uno dei presentatori e dei comici più amati a Seoul e dintorni, che veste con la massima disinvoltura mantella e cappello da Sherlock Holmes e che si onora del ruolo di leader, di cui si è autoinvestito; Park Min-young (Healer, What’s Wrong with Secretary Kim?, When the Weather is Fine), la vera mente della squadra, ovvero l’unica in grado di capire tutti i quesiti e gli indovinelli posti, ma anche l’unica a non aver timore di prendere in mano serpenti e insetti di ogni tipo; Lee Kwang-soo (Il suono del tuo cuore, Hwarang, The Pirates, A Year End’s Medley), lo spilungone disarticolato del gruppo, a cui ne capitano di tutti i colori, che sia trovarsi inseguito da zombie o vampiri o che sia immergersi a 50 metri di profondità o rimanere letteralmente in mutande; Kim Se-jeong (Business Proposal, School 2017, The Uncanny Counter), l’allieva secchiona, perfetta, brillante, attenta e ubbidiente, ma solo a Park Min-young, perché gli altri non hanno alcuna autorevolezza con lei; Ahn Jae-wook (Mouse), l’ex poliziotto che si è messo in proprio, scrupoloso e approfondito, ma cieco come una talpa e timoroso anche della sua ombra; Kim Jong-min (2 Days and 1 Night), il classico detective delle merendine – nel vero senso della parola, perché segue i casi meno pagati e più insulsi (come trovare un ladro di merende) e perché è completamente privo di cervello -, l’idiota fortunato che non porta mai rancore; Sehun (EXO), giovane e ispirato da tante idee, ma anche caparbio, ostinato e fortemente competitivo, in particolare quando occorre prendersela con le macchinette per i peluche (usando le monete di Lee Kwang-soo).

Indagando caso per caso e risolvendo per pura e semplice fortuna una serie di improbabili e macchinosi delitti, arrivano a scoprire che il Progetto in cui sono coinvolti è qualcosa di molto più grave e complicato del previsto, da cui potrebbe dipendere persino il destino dell’umanità. Perché il Progetto nasconde tante ramificazioni molto più complesse e la chiavetta in cui è custodito è ambita da organizzazioni criminali e nemici di ogni tipo. Infatti, come si è tentato di creare – a quanto pare, visti i risultati, senza successo – il detective perfetto, si è anche tentato di prevedere i potenziali criminali che potrebbero sorgere e, quindi, prevenire, anzitempo, i reati. Questa linea di conduzione connette tutte le stagioni di Busted!, per cui, se inizialmente, nell’ottica della squadra dei detective, si percepisce l’importanza del Progetto (stagione 1), con il proseguimento degli episodi si comprende che la vitale importanza della sua preservazione (stagione 2), senza farlo cadere in mani pericolose (stagione 3). Nel mezzo, eredità contese, tesori nascosti, assassinii crudeli, il Tartaro dei detective (da non perdere assolutamente nel primo episodio della seconda stagione), ma anche il perfido serial killer dei fiori, che autografa i suoi delitti con il linguaggio dei fiori, e anche un nuovo compagno di squadra che si unisce ai nostri detective durante la seconda stagione: il detective Lee Seung-gi (una delle star sudcoreane più famose, protagonista di A Korean Odyssey, The Law Cafè, My Girlfriend is a Gumiho, Vagabond, You’re All Surrounded e tanti altri), astruso e sopra le righe come un prestigiatore, che rivendica la qualità della fortuna personale o, anche di giocare sleale (fidatevi, perché il suo ingresso vi stupirà).

Il successo della serie sin dalle prime battute ha portato tantissime guest star ad impreziosire gli episodi. Così, ritroviamo Yoo Yeon-seok (Warm and Cozy, Mr. Sunshine, Interest of Love e Hospital Playlist) nei panni di un damerino che nasconde la mente malefica di un terrorista; la comica Park Na-rea (New World) come improbabile e poco avvenente lap dancer; Lee Ki-woo (My Liberation Notes, Just Between Lovers) come strano amico di lunga data di Lee Kwang-soo; Park Hae-jin (Cheese in the Trap, Bad Guys, Man to Man), un dottore accusato di essere un vampiro; i 5urprise per intero (compreso il Kang Tae-oh di Avvocata Woo e Seo Kang-joon di When the Weather is Fine) tra gli indagati di un complesso omicidio; Jinyoung (The Devil Judge, Yumi’s Cells 2) nel ruolo di se stesso come inflessibile preparatore musicale, ma anche atletico; Kim Min-jae (DaLì and the Cocky Prince e Goblin), il fidato tenente della polizia che si fida del valore della squadra di detective; Stephanie Lee (Start up), l’integerrima e algida criminologa; Yoon Jong–hoon (Find Me in Your Memory e Shooting Stars), il disordinato esperto della scientifica; Kim Ji-hoon (Money Heist Korea e Love to Hate Me), l’erede aspirante la sua quota; Rowoon (Tomorrow e The King’s Affection), il ricco chabeol in difficoltà; la comica Hwang Bo-ra (Vagabond e What’s Wrong with Secretary Kim?), l’imbarazzante medico legale; Suho (EXO) nei panni di un complessato e strambo proprietario di casa; e Ahn Bo-hyun (Itaewon Class, Yumi’s Cells e Military Prosecutor Doberman) in un ruolo top secret che non posso rivelarvi. Per non parlare della squadra dei geni con cui spesso i nostri detective sono chiamati a confrontarsi e che, nonostante le inferiori qualità fisiche e mentali, riescono a battere con espedienti tutti loro (Lee Kwang-soo che corrompe il cameriere di un bar con un fantomatico appuntamento con Park Min-young è già da annali), o delle sfide impossibili da affrontare, come la gara di biliardo contro Cha Yu-ram, campionessa mondiale di biliardo cha ha portato ad innumerevoli vittorie per la Corea del Sud o la gara di forza gambe contro gambe contro l’energica energumena che li perseguita.

Busted! è una serie da recuperare per riprendere il sorriso e per far muovere le celluline grige, come direbbe Poirot, ma – attenzione! – non è una serie per tutti: nonostante l’ironia e l’umorismo con cui sono affrontati i fatti e malgrado la recitazione brillante da parte di tutto il cast, la serie rimane di genere thriller/crime, con momenti di suspence, ma anche scene violente e/o macabre (il paese delle donne vestite di bianco e della sciamana ne è un esempio) o aspetti criminali alquanto complicati (non solo la questione della serialità criminale, ma anche la devozione che circonda il killer dei fiori con una celebrazione in maschera che mi ha ricordato Eyes Wide Shut). Per cui i bambini possono guardarla con le dovute precauzioni. Infine, in patria, la serie è servita anche per sollevare alcuni problemi sociali e alcuni spunti di critica politica e criminale piuttosto interessante, come la legge che ha accorciato la detenzione per crimini commessi dai minorenni e che, di fatto, si è rivelata una vera piaga sociale nel recupero dei delinquenti minori (questione sollevata anche dal drama La giudice).

Grazie a Busted!, però, ho scoperto che nessuno può battere le potenzialità del duo Yoo Jae-suk e Lee Kwang-soo, esilaranti e molesti insieme anche in Korea No. 1. Ma questa è un’altra storia.

Laura

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