La felicità è il significato e lo scopo della vita, l’intero scopo e il fine ultimo dell’esistenza umana. (Aristotele, Etica Nicomachea)
Dare un appuntamento a noi stessi, per noi stessi, perché dovremmo imparare a volerci bene, senza appositamente doverci ritagliare del tempo, ma afferrandolo, come uno scampolo prezioso di felicità che è uno degli scopi principali della nostra esistenza. Ho trovato “Meet Yourself”, drama cinese del 2023, un capolavoro nelle sue tematiche, nel suo ritmo lento, nei colori che si confondono con la natura e con gli splendidi paesaggi dello Yunnan, nei rapporti umani e nella scoperta della felicità che altro non è che musica per l’anima. Mi è piaciuto tutto di questo drama, una colonna sonora meravigliosa, una fotografia stupenda da film, la tematica del lavoro e della scelta del lavoro che possa venire incontro alla propria salute mentale e fisica e che mai, dopo il periodo del Covid-19, se ne è parlato così tanto e con rilevanza in tutto il mondo. Un nuovo modo di concepire il lavoro o un nuovo modo di cercare se stessi senza che il lavoro possa soffocarci e annullarci a tal punto di non aver rispetto per la nostra esistenza e tranquillità.
La storia inizia a Pechino dove Xu Hong Dou (interpretata da Liu Yi Fei conosciuta per “Mulan“, film del 2020 prodotto dalla Disney e per il film “For Love or Money” con Rain) è una ragazza che ha studiato e ha trovato lavoro nel settore alberghiero e qui ha lavorato per molti anni nella grande città senza mai dedicare del tempo a se stessa o a coltivare i propri hobby; non ha molti amici né un affetto, la sua famiglia abita lontana e la giornata di Xu Hong Du inizia e termina sempre nello stesso modo, nel grigiore di una monotonia che spegne ogni tipo di relazionalità con il mondo se non solamente con quello del lavoro e ancor più grave con se stessa. Xu Hong Dou non ha mai tempo per stessa, per migliorare la sua casa che è solo un posto dove tornare a dormire, rischia anche di mangiare cibo scaduto la sera, tanto non ha cura della sua salute e della sua vita. Un giorno, però, tartassata da una gastrite perenne, decide di andare a fare insieme alla sua unica amica Chen Nanxing (Wu Qian), detta Nan Nan, un check-up medico che ha sempre posticipato per via del poco tempo. Entrambe le ragazze sono state inghiottite dalla vita frenetica della grande città e, pur essendo grandi amiche fin dai tempi dell’università, non riescono quasi mai ad incontrarsi per trascorrere un po’ di tempo insieme in risate, in ricordi o in sogni. Il giorno del check-up, però, sconvolge la vita delle due ragazze: a Xu Hong Dou viene confermata una forte gastrite, ma a Nan Nan viene diagnosticata una brutta malattia che le lascia poche speranze di vita. Da qui in poi, di fronte alla fragilità e alla caducità della vita, Xu Hong Dou e Nan Nan ripercorrono le loro esistenze con un incredibile rimpianto per le cose mai fatte, per le tante privazioni che si sono imposte, per i ripensamenti e un lasciare a domani ciò che poteva essere fatto prima. Quanti sogni, quanti viaggi, quante risate mancate! La sicurezza apparente di uno stile di vita standard urbano vacilla di fronte al maremoto che si scatena nel cuore di una persona che scopre la propria fragilità. “Il lavoro è la vita finché non sei morto”, riflette a voce alta Nan Nan di fronte all’amica attonita e senza parole. E ancora: “Ti faranno lavorare fino alla morte e poi ti rimpiazzeranno”. Gli ultimi giorni di vita di Nan Nan sono pieni di amarezza, ma poi, improvvisamente, quasi per spronare l’amica inghiottita da un turbinio di angosce, le rivela quello che sarà il suo volere: “Quando non ci sarò più, afferra la felicità per entrambe”.
Dopo alcuni giorni dalla morte dell’amica, Xu Hong Dou presenta le sue dimissioni a lavoro e decide di fermarsi, di prendersi uno stop da tutta quella confusione, di andare via per tre mesi, là dove Nan Nan le aveva sempre chiesto di fare una vacanza, nello Yunnan.
La ragazza si ritrova catapultata in una realtà lontanissima da quella di Pechino, decide infatti di trascorrere i tre mesi nel villaggio di Yun Miao, vicino a Dali, nella provincia dello Yunnan, nella ricerca di serenità e di tranquillità. E qui, così come la protagonista, anch’io sono rimasta rapita dalla bellezza dello Yunnan, il cui nome significa “a sud delle nuvole”; una provincia che anche Marco Polo nel suo “Il Milione” aveva apprezzato con entusiasmo per la diversità culturale e biologica. Lo Yunnan, che confina con Vietnam, Laos, Birmania, Tibet e a nord con la provincia del Sichuan, presenta la maggior concentrazione di etnie locali di più di venticinque nazionalità diverse e questo non fa altro che renderla una delle meraviglie da scoprire nel mondo.
A Yun Miao, Xu Hong Dou abbandona il fardello di sofferenza che l’ha accompagnata negli ultimi anni per dare a se stessa la possibilità di far riposare la propria mente, risiede nella You Feng Courtyard, una vecchia cascina con porte e finestre di legno divisa in diversi appartamenti, qui tutto è riposante, dai fiori che circondano il vicolo che porta all’alloggio, al cortile immerso in una vegetazione incantevole, al suo appartamento pieno di ninnoli e coperte colorate dei colori del luogo, ai campi e alle risaie in lontananza. La ragazza trascorre il suo tempo in veranda a leggere tutti i libri che non era riuscita a leggere prima, a mangiare lentamente, senza dover correre, a dormire tantissimo per poter staccare completamente con la realtà precedente, a scattare foto e a passeggiare e perdersi per i vicoli del paese contemplando le sculture in legno, i ricami, la tintura dei tessuti a mano, vera forma di sostentamento economico per i cittadini. Yun Miao è un villaggio molto caratteristico, ma piccolo e il tempo scorre piano, però, Xu Hong Dou si accorge che insieme a lei altre persone potrebbero aver fatto la sua stessa scelta, Da Mai, scrittore con il blocco artistico e che ha ricevuto diverse critiche da parte dei suoi lettori, la ricca e malinconica Lin Na, Hu Youyu, il musicista in crisi con se stesso e con il suo futuro ed infine c’è Xie Zhiyao (Li Xian, “Go Go Squid”) che ha lasciato la grande città dove aveva un lavoro redditizio ed è tornato al suo paese d’origine dove vive con l’anziana nonna Xie (la bravissima attrice ottantenne, Wu Yanshu, una pietra miliare per la storia). Xie Zhiyao è tornato per avviare un’attività turistica e far conoscere meglio Yun Miao poiché c’è tutta un’eredità culturale da preservare, ma da rendere nota al pubblico. Tutta la comunità lavora con Xie Zhiyao e presto anche la stessa Xu Hong Dou si farà coinvolgere per dare lustro a questo villaggio che ha il merito di aiutare a riacquistare serenità. I tre mesi scorrono veloci e, quando Xu Hong Dou sarà prossima a lasciare il villaggio, nuovi dubbi si contrapporranno nella mente della ragazza, così come anche un nuovo sentimento che pian pian è nato nei confronti di Xie Zhiyao.
“Meet Yourself” per me è stato una scoperta, un comfort drama, una di quelle storie che, oltre ad affascinarti e a catturarti già a primo episodio, è catartica e a cui mi sono molto rispecchiata mentre la guardavo. Riflettere sul valore dei giorni, sul tempo da trascorrere con se stessi, sui rapporti importanti tra genitori e figli e tra sorelle (alcune delle scene tra la protagonista e la sorella e i genitori sono delle vere perle, la complicità della famiglia e l’appoggiare le decisioni di uno dei componenti, non facendogli mancare il proprio supporto è tra le immagini più belle del drama), così come il rapporto tra Xu Hong Dou e i genitori dell’amica che trascorrono insieme delle giornate per vivere il lutto e superare con forza e dignità i momenti più tristi nel ricordo degli attimi più preziosi insieme alla cara Nan Nan. Piccole storie di solitudini e di anime ferite. Infine, c’è quel piccolo villaggio nello Yunnan che diventa lo scopo di tre mesi di vita della protagonista e, chissà, forse anche del suo futuro.
Ciò che non va mai preso per scontato è che siamo tutti importanti e dovremmo imparare a fissare dei piccoli appuntamenti con noi stessi, perché non siamo degli ingranaggi da sostituire per l’usura del tempo che passa.
Memoru Grace
