Devo ammettere che già dalle prime immagini, questo drama mi ha trasmesso tratti infiniti di poesia e mi ha fatto venire in mente un ricordo di parecchi anni fa, quando frequentavo la scuola media e dalla biblioteca di classe presi in prestito, un po’ per caso, un libro di frasi e poesie di Gabriel Garcia Marquez. Mi chiederete come possa avere attinenza tutto ciò e, invece, la visione di “Encounter”, lenta, cadenzata, soffusa nelle immagini e nelle parole quasi sospirate dai protagonisti, somiglia alla lettura di una poesia.
Kim Jin-hyuk, interpretato da Park Bo-gum (“Love in the Moonlight”), che ci accompagnerà con il suo dolcissimo sorriso per tutta la storia, è un ragazzo semplice, grato alla vita e a tutte quelle piccole cose che riesce a collezionare nei propri ricordi, raccoglie istanti e momenti come se fossero un tesoro prezioso e spesso cerca di racchiuderli in una fotografia scattata da una vecchia macchina fotografica ereditata da un amico di famiglia.
“(…) Darei valore alle cose, non per quello che valgono, ma per quello che significano”. Jin-hyuk mi ricorda proprio questo verso della poesia di Marquez. Il protagonista coglie il valore delle cose e nobilita ogni sentimento relativo all’affetto per il ricordo di un oggetto, che possa trattarsi di un paio di scarpe, di una cartolina o di una canzone. Lo sguardo disarmante e la purezza dell’anima del protagonista, però, sono la vera forza che lo tiene in piedi e che lo aiuta a superare i momenti di sconforto e ad essere sempre un supporto emotivo anche per gli altri, che siano amici, familiari o solo colleghi di lavoro.
Cha Soo-hyun, interpretata da Song Hye-kyo (“That Winter, the Wind Blows”, “Now, We are Breaking Up”, “The Descendants of the Sun”) è una ragazza vittima della sua stessa vita o, per essere più precisi, dello stile di vita che la famiglia e la società le hanno imposto fin da bambina. Ogni giorno si sveglia nei panni di una donna elegante, sofisticata, algida, l’immagine di una persona che in realtà lei non vorrebbe essere, eppure è costretta a sopportarsi così com’è, perché sa di essere sola nei confronti del mondo che attende da lei un comportamento impeccabile e che non lascia trasparire niente dei propri sentimenti e delle proprie sofferenze. Sembra una principessa prigioniera nella propria fortezza di ghiaccio che, la sera, per non ascoltare il silenzio che la circonda, si affida ad un sonnifero per risvegliarsi in un’altra giornata piena di impegni dove indosserà sempre la stessa maschera.
Jin-hyuk, figlio di un fruttivendolo, è un’anima semplice e delicata che non si fa distrarre dalla vacuità del mondo, ma si perde in un tramonto rosato o nell’ultima canzone di mezzanotte prima di chiudere gli occhi e affidarsi ad un sonno ristoratore; insomma, Jin-hyuk, l’ultimo dei romantici.
Soo-hyun, figlia di un politico, sposata e divorziata con il rampollo di una famosa famiglia facoltosa, Jung Woo-seok, interpretato da Jang Seung-jo (“Chocolate”, “Snowdrop”), è la direttrice di un albergo, donna sofisticata ed intelligente soffocata tra l’insonnia notturna e le pressioni sociali di ogni giorno.
Jin-hyuk e Soo-hyun, due persone così diverse, due mondi tanto lontani, eppure un giorno, in un pomeriggio assolato, tra le strade colorate e gremite di persone di una affascinante L’Avana, i loro sguardi si incontrano e da lì in avanti capiranno che le loro vite non si sono incrociate per caso, le loro anime si sono richiamate. Una volta il poeta Rilke disse che, perfino in una città fredda, solo coloro che camminano insieme tenendosi per mano possono vedere la primavera. Questo è ciò che accade ai due protagonisti.
Come fare a non far appassire la primavera, a non far spezzare due cuori innamorati, a nascondere un amore appena nato? Questa sarà la missione dei due ragazzi, riuscire a salvarsi e a uscire incolumi da una burrasca che metterà a repentaglio la loro serenità e la loro vita.
Una storia delicata, toccante, un inno all’amore vero, raro, che nasce da uno sguardo, da un sorriso per cercare l’infinitezza del sentimento.
Molti i personaggi secondari che donano alla serie un ulteriore valore, da Pyo Ji-hoon, in arte P.O (“Hotel del Luna”), fratello del protagonista a Kwak Sun-young, segretaria fidata di Soo-hyun, da Kim Joo-hun (“Dodosolsollalasol”), amico di Jin-hyuk e proprietario di una locanda a Ko Chang-seok, l’autista privato nonché amico e confidente della protagonista che aiuterà i due giovani a mantenere il segreto sulla loro relazione.
Scoprirete in questa serie alcuni angoli nascosti di Seul e vi perderete nella magia delle sequenze girate a Cuba, tra i colori, i palazzi meravigliosi, nei tramonti mozzafiato, in rumbe improvvisate (non perdetevi il ballo di Park Bo-gum, fidatevi, ne vale la pena) e soprattutto nella poesia che incanta ogni momento. Ho scoperto, infatti, altre bellissime poesie citate in questa serie, una tra tutte è “Di sera” del poeta Kim Kwang seop e che a mio parere rispecchia proprio l’atmosfera della storia narrata:
Fra così tante stelle
una sola mi guarda dall’alto
Fra così tante persone
solo io guardo verso quella stella
Più profonda è la notte
più svanisce la stella nel chiaro
ed io svanisco nello scuro
Tu tanto calorosa
ed io tanto tenero
Dove, quando e in che forma
ci incontreremo ancora?
Grazia

6 pensieri riguardo “Encounter – In sospeso tra sguardi e poesia”