Si dice che coloro che ricevono un cuore nuovo possano sentire le emozioni della persona che lo ha donato.
Aoi (interpretata da Nanami Sakuraba) studia fotografia a Tokyo, ma ha interrotto i suoi studi perché ha subito un intervento delicato di trapianto di cuore. Per fuggire dalla confusione e poter cercare un po’ di pace e tranquillità, durante la convalescenza, la madre la porta a casa dello zio e della cuginetta ad Okinawa per trascorrere lì l’estate. Durante il viaggio in auto, Aoi ascolta una melodia malinconica, il suono di una tromba che si confonde con il rumore delle onde del mare che sbattono sugli scogli.
Le giornate di Aoi trascorrono in modo tranquillo sull’isola, tra le piacevoli chiacchierate e i giochi con la cuginetta che la tratta da sorella maggiore e le passeggiate tra la natura, sempre accompagnata dalla sua adorata macchina fotografica. Un giorno Aoi scorge sulla scogliera un ragazzo che suona la tromba e, tra la brezza del mare e l’incanto del paesaggio dell’isola, si avvicina per chiedergli se fosse lui la persona che aveva sentito suonare al suo arrivo. Ji Oh (interpretato da Byung Hun) è un ragazzo di padre giapponese e madre coreana, rimasto orfano fin da bambino, il cui unico ricordo dei genitori è la sua tromba. Ji Oh vive con il nonno sull’isola e rispecchia perfettamente l’anima dell’isola stessa, adora il mare, i delfini, la musica e contempla ogni cosa come per salvarne la natura più mistica.
Aoi e Ji Oh trascorrono molto tempo insieme, passeggiano, mangiano del pesce sugli scogli, si emozionano a guardare le stelle la notte e l’un l’altra si sostengono a vicenda perché le sfide della vita non finiscono mai. Ma i ragazzi saranno destinati a stare insieme oppure un qualcosa di più grande sconvolgerà la loro unione?
Qui mi fermo e non vado più avanti a raccontare la trama perché questo film del 2016 di coproduzione coreana-giapponese e diretto da Han Sang hee merita davvero molto. Una storia delicata ambientata nella meravigliosa Okinawa che fa innamorare lo spettatore per i paesaggi stupendi e senza tempo, la bravura dei due protagonisti, la cui chimica perfetta riesce ad incantare e la dolcezza della sceneggiatura regalano molte emozioni e anche qualche lacrima.
Uno dei temi focali è la famiglia, se ne parla fin dall’inizio, ne senti la magia anche grazie alla presenza della piccola cuginetta della protagonista che genuinamente dona affetto a tutti i personaggi della storia. Un’altra tematica che ho apprezzato molto è la generosità, la purezza, l’innocenza rappresentata dai delfini, simbolo di evoluzione spirituale, la cura e la terapia per ritrovare la vita, quella che cerca Aoi e che è rappresentata da Ji Oh. Questo film, in effetti, mi ha fatto ricordare un po’ il vecchio mito greco di “Arione e il delfino”, la stessa dolcezza, sensibilità e Ji Oh rappresenta un po’ il delfino di questa tenera storia.
Memoru Grace
