Nel 1985, “Lovely Sara” (小公女セーラ Shōkōjo Sēra) contribuì ad arricchire quel bellissimo progetto della Nippon Animation, iniziato nel 1975 e chiamato “World Masterpiece Theater”, che aveva come obiettivo la trasposizione in anime di molti capolavori della letteratura per l’infanzia.
“Lovely Sara” è infatti ispirato a “La piccola principessa”, romanzo di Frances Hodgson Burnett.
La storia narra delle avventure o meglio disavventure di Sara Morris, una bambina di dieci anni che, nel momento in cui il padre decide di tornare a Londra dall’India, viene iscritta al collegio femminile diretto dalla terribile Miss Minci. La piccola Sara, orfana di madre, ha un rapporto stretto con il padre che l’ha cresciuta con cura e affetto, ma che presto sarà costretto a lasciare la figlia a Londra e a ripartire di nuovo per l’India.
Sara, nonostante il trattamento privilegiato che le riserva Miss Minci, a causa della ricchezza del padre, non è una bambina arrogante, né altezzosa, ma generosa e gentile con tutti e questo carattere la rende cara a molte compagne di collegio, a Peter, il cocchiere, a Becky, la sguattera, ma invisa ad altri, soprattutto alla perfida Lavinia che le renderà la vita impossibile fin da subito.
Un giorno, proprio durante la festa di compleanno di Sara, giunge al collegio la terribile notizia della morte del padre della bambina e della perdita di tutte le proprietà e averi a causa di un cattivo investimento in una miniera di diamanti in India.
Da questo momento in avanti, la vita di Sara cambia completamente, le sue giornate saranno durissime e piene di lavori e di fatiche, non frequenterà più le lezioni, verrà trasferita nella stanzetta in soffitta e dividerà la sua cena con Becky: questo il trattamento riservato per lei da Miss Minci che la terrà al collegio solo sotto queste condizioni per guadagnarsi da vivere.
Sara resta sola al mondo, senza nessuno, tranne l’affetto di poche persone che ha sempre trattato bene e con la presenza della sua bambola Priscilla, ultimo ricordo del padre.
A Sara resterà solo l’immaginazione e la fantasia, spesso la sua squallida stanzetta in soffitta si trasformerà in una reggia sempre nei suoi sogni e, così, la bambina troverà la forza di affrontare con coraggio giorno per giorno.
Come in quasi tutti i cartoni animati della nostra infanzia, dopo fiumi di lacrime versati e amarezze, da uno spicchio di cielo, entra, prima o poi, un raggio di sole e per Sara sarà rappresentato dal nuovo abitante della casa accanto, un misterioso inquilino, e da Ram Dass, il suo attendente indiano.
Qualcosa cambierà nella vita di Sara e la porterà ad un finale di riscatto, dove la bambina riuscirà a riappropriarsi della sua fortuna e sarà ripagata per la sua gentilezza e nobiltà d’animo.
Rispetto al romanzo della Burnett l’anime presenta alcune variazioni, ma non molte, perché risulta fedele all’opera letteraria, tipico di molti anime del progetto World Masterpiece Theater.
Se ricordate questo anime, sarà piacevole riguardarlo, se, invece, non lo avete mai visto, sarà il momento perfetto per recuperarlo perché ne vale la pena, è un classico intramontabile che anche nel cinema e in televisione ha visto diverse versioni e nel 2009 anche un dorama di dieci puntate.
Personalmente, Lovely Sara è uno dei miei anime preferiti, lo ricordo da sempre, anzi, lo associo al ricordo di un pomeriggio di inverno in compagnia di una coppa bianca, mentre mi immergo nelle avventure e nei sogni di Sara, nella Londra fumosa di fine 1800.
Memoru Grace
