Ho sempre preferito leggere in estate, perché l’estate è quella stagione che, con la sua luminosa continuità e il suo caldo ostinato, offre uno spazio di ombra e di frescura solitaria, quasi un riparo dalla routine dell’anno. Quando tutti partono per i luoghi di villeggiatura e le città vengono svuotate, si ha la possibilità di staccarsi da tutto e di godersi la meritata calma. Poi, l’estate è anche quella stagione meravigliosa della vita in cui non si è più piccoli, ma nemmeno grandi, in cui si ha fretta di crescere, ma si desidera anche frenare, per prolungare il più a lungo possibile quel tempo di passaggio, che è la formazione di se stessi e dei propri sogni.
Queste sono le sensazioni che mi hanno trasmesso due manga prettamente “estivi”, non solo perché ambientati (almeno in parte in estate), ma perché tratteggiano la stagione estiva come la stagione della crescita e della formazione dei protagonisti.

“Estate Infinita” (Mùa hè bât tân)
di Hoàng Truc Lam
(edizioni Toshokan)
“Solo quando prendi da sola le tue decisioni puoi essere te stessa. Che cosa vuoi veramente?”.
Questa graphic novel di un solo volume della giovane autrice vietnamita Lâm Hoàng Trúc è stata una scoperta piacevole e inaspettata. Quel tramonto appena accennato di rosa sul mare presente in copertina mi ha richiamato inconsapevolmente in libreria, quasi a dirmi che lì c’erano quei pensieri mancati di un tempo, le gioie, le speranze, la nostalgia dell’estate della nostra vita, quando tutte le nostre riflessioni fluttuano e navigano insieme ad un cielo immutato e mutevole, infinito nel suo clima estivo. I protagonisti sono due adolescenti, che, casualmente e pur essendo di genere diverso, portano lo stesso nome, Phuang, come se le loro anime di fossero riconosciute. Entrambi lottano per capire che cosa la vita e il futuro vogliono da loro, ma soprattutto cosa vogliono loro dal presente e crescono insieme, prendendosi per mano per affrontare l’inquietudine interiore di lui e l’ansia di decidere di lei, senza cedere al gorgo delle pressioni e delle onde. Una piccola storia delicata e lirica, divisa in sei capitoli (“Sono un piccola rosa”, “Salve Tristezza”, “Vorrei”, “Raggio di sole, goccia di pioggia”, “Amare la vita, amare le persone”, “Ritorno alla purezza”), ognuno in riferimento ad una canzone vietnamita, perché note e parole sono un tutt’uno di questa girovagare della vita che è la crescita.

“Mermaid Prince” (Ningyo Ōji 人魚王子)
di Kaori Ozaki
(edizioni JPop)
“Se si entra nella grotta sottomarina ci si può imbattere in una sirena. Nel caso in cui si riesca a vederla qualsiasi desiderio verrà esaudito”.
6 capitoli, 3 racconti, 1 raccolta, diverse modalità e diversi spettri emotivi per affrontare la crescita al femminile. Il manga presenta tre racconti distinti, non connessi fra loro né per la storia né per i personaggi, ma con una sottile linea di unione nell’intento di scavare nell’animo femminile.
Il primo racconto, “Ametsukigahara”, divisa in due capitoli è la storia di un’adolescente, Akari, che odia gli uomini e le regole e che vuole passare tutto il tempo con la sua migliore amica Fumika, che prova un terrore enorme per gli uomini, anche a causa di una brutta esperienza passata. Le due ogni giorno prendono il treno per la scuola di Ametsukigahara, ridono insieme, sognano e progettano di saltare le lezioni. Un giorno, però, Fumika si innamora, ricambiata, di un compagno di scuola e gli equilibri fra le due amiche si incrinano e Akari, sentendosi abbandonata dall’amica, inizia a mostrare tutti i suoi segni di ribellione e di critica nel non adattarsi alla società.
Il secondo racconto, “Giorno di neve”, costituito da un capitolo unico, è la storia di un bibliotecaria solitaria che, un giorno, accoglie in biblioteca un uomo e un bambino vagabondi, mentre uno strano cinghiale, forse magico, forse elemento impazzito della natura, imperversa in città in cerca di cibo per i suoi piccoli nel gelo dell’inverno.
Il terzo racconto, “Mermaid Prince”, che dà il nome a tutta la raccolta e che, giustamente, è diventato nel tempo anche il più famoso, è composto di tre capitoli e ha come protagonisti Mugi, uno studente pallido e malaticcio, che si è appena trasferito su un’isola a Sud del Giappone dall’entroterra, e Matori, una ragazza esuberante e piena di vita, che si professa migliore amica di Mugi “a prima vista”. Più il ragazzo è schivo, indolente, introverso e sofferente di un mal di vivere tipico della sua età, che lo fa sentire non accettato da tutti, a cominciare dalla sua famiglia, più Matori è solare, estroversa e legata alle tradizioni, tanto da renderle semplice la comunicazione con tutti, al di là di qualsiasi gap generazionale. E, mentre considera Mugi il suo “mermaid prince”, scopre un’antica leggenda su una sirena, che può esaudire i desideri di coloro che la vedono. Alla ricerca del soprannaturale, Mugi e Matori si perdono e ritrovano se stessi, nella realtà dei propri sogni, sapendo che possono contare l’uno sull’altra.
Personalmente, mi aspettavo qualcosa di più da quest’opera, conoscendo l’autrice. Forse sarà perché, avendo apprezzato molto l’ultimo racconto anche nella delicatezza con cui viene tratteggiata la crescita dei protagonisti, non ho reputato gli altri due racconti allo stesso livello (in particolare, il primo, della cui protagonista non riesco tuttora a comprendere le scelte e i comportamenti). Nonostante tutto, l’opera costituisce sicuramente tre diversi aspetti della crescita e tre diversi modi di affrontare i cambiamenti e di accettare il futuro, come le maree improvvisate nelle grotte marine.
Piccola nota: non c’è alcuna connessione tra l’ultimo racconto della raccolta e il kdrama omonimo con il compianto Moonbin degli Astro. Tuttavia, anche il drama “The Mermaid Prince” affronta con delicatezza e sensibilità le tematiche della crescita e dell’accettazione di sé e delle proprie crisi interiori.
Laura

Una opinione su "Manga d’estate (parte seconda) – StrangerBookClub"