In Our Prime: Nel fiore dei nostri anni – Bach e la matematica

“Nella domanda sbagliata puoi trovare la risposta giusta”.

Ci sono piccoli film virtuosi che rimangono impressi già dalle primissime immagini e dai primi suoni alla mente dello spettatore che ha immediatamente l’idea di entrare in contatto diretto con la storia e con i suoi personaggi. In Our Prime – Nel fiore dei nostri anni (이상한 나라의 수학자) crea una connessione talmente diretta con lo spettatore che ci si sente avvolti da un’atmosfera di numeri e di note musicali senza nemmeno accorgersene. Bach, ma anche Chopin e diversi pezzi famosissimi di musica classica si intersecano così bene nella spiegazione di complessi ragionamenti matematici, aprono e chiudono il film, lo spezzano con interludi al pianoforte, accompagnano qualsiasi ragionamento muto, superando le parole per soffermarsi sull’importanza dei dialoghi silenti, dati da un solo cenno e da uno sguardo degli occhi.

Il giovane Han Ji-woo (interpretato da Kim Dong-hwi, protagonista anche di Chistmas Carol e Missing) si ritrova quasi per caso in un liceo frequentato da compagni altolocati e intelligenti, continuamente umiliato da insegnanti che non lo valorizzano e che sono già certi di un suo fallimento futuro e gli addossano la colpa anche di atti che non ha mai commesso. Convinto di non poter andare all’università, ma determinato a tentarci in ogni caso, anche per soddisfare un desiderio della madre, che mette di lato ogni soldo dei suoi innumerevoli lavori per il figlio, Ji-woo tenta di studiare da solo la matematica, ma senza successo, fino a quando non si imbatte nel burbero e arcigno Lee Hak-sung (Choi Min-sik, il grande protagonista di Old Boy), il guardiano e custode della scuola, che, però, è segretamente un genio matematico. Nella sua guardiola ombrosa, Hak-sung, che sembra invisibile a tutta la popolazione scolastica (e, in questa caratterizzazione, mi ha ricordato molto la protagonista del romanzo francese L’eleganza del riccio), si rivela un fine conoscitore delle arti, della letteratura, della filosofia, della musica e, appunto, della matematica, per cui offre il suo aiuto a Ji-woo, dandogli delle lezioni extra alla chiusura della scuola. Le lezioni sono uno spettacolo di visività, suono ed equazioni (“Io suono delle note e tu mi darai la soluzione all’algoritmo“) e mettono in luce il talento matematico di Ji-woo, un diamante grezzo con una genialità intrinseca che solo Hak-sung riesce a far emergere. Il gruppo viene completato da Park Bo-ram (interpretata da Jo Yun-seo, protagonista anche di The Night Owl), compagna di classe di Ji-woo, talento musicale, ma limitata dalle costrizioni sociali di una famiglia di alta borghesia.

Solo che la genialità matematica non è l’unico segreto che Hak-sung nasconde: il dimesso guardiano scolastico è, in realtà, un grande matematico nordcoreano, fuggito tanti anni prima approfittando di una gara di calcolo e ora in incognito sotto falso nome. Il passato, però, talvolta riemerge nei modi più strani e solo la sua completa comprensione dà la possibilità di chiarire del tutto una serie di azioni e di guardare avanti verso il futuro. Perché la vita è così, misteriosa e logica al tempo stesso come un algoritmo in base neperiana o come una sinfonia di Bach dove i tasti neri predominano sui tasti bianchi.

In Our Prime è un tributo alla matematica e alla musica classica, ma è anche una lenta e coinvolgente riflessione su se stessi, sulle proprie capacità, sulla libertà e sulla forza dei legami reciproci, perché quell’amicizia e quella stima diventano qualcosa che sa abbattere i muri e che sa donare fierezza alle menti dei personaggi. Del resto, come afferma Hak-sung, “il procedimento di risoluzione di un problema è molto più importante della risoluzione stessa” ed è in tutto quel procedimento che sta la formazione di Ji-woo, che scopre le sue forze, ma anche la ri-formazione di Hak-sung, che acquisisce il coraggio di uscire dal suo rifugio per affrontare il mondo.

Piccolo gioiello da recuperare e giustamente apprezzato dalla critica, che ho scoperto al Florence Film Fest del 2023, il film è una visione consigliatissima, che lascia lo spettatore a metà tra le lacrime e le risate, dove si sorride anche con tristezza e si piange per l’emozione e numeri e note si mischiano nella stessa malinconica onda. Da segnalare, all’interno, il cameo di Park Byeong-eun nel ruolo del professore di liceo di Ji-woo (attore già visto e apprezzato in Eve, Oh My Baby, Because This is My First Life, Kingdom) e del giovane talento Tang Jun-sang (il giovane militare di Crash Landing on You e protagonista di Move to Heaven e Badminton Club), che già da solo riempie lo schermo.

Captain-in-Freckles

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