“Steins; Gate 0” – Teoria del tempo e dello spazio di un microonde… ma in un’altra dimensione

Se siete qui è perché avete sempre sognato viaggiare nel tempo e nello spazio e, probabilmente, custodite segretamente una Tardis o una Delorean nel vostro garage e non volete far sapere nulla ai vicini di casa. Oppure, quasi sicuramente, siete qui, perché avete già guardato e apprezzato Steins; Gate e la sua teoria dello spazio e del tempo fatta con un microonde, un cellulare vecchio stile e un account Outlook intasato di mail (e, se non avete ancora letto la recensione, correte subito a farlo, cliccando qui).

Steins; Gate 0 (titolo originale: シュタインズ・ゲート ゼロ), infatti, non è il sequel ideale di Steins; Gate, ma una sorta di spin-off o, per meglio usare terminologie che nemmeno Tarantino si sogna, un sidequel, visto che parte dall’episodio 23 della serie animata e apre un ipotetico scenario su una dimensione spazio-temporale attigua a quella nota, che definiremo come universo Beta. Come nelle migliori tradizioni delle multidimensioni (e chi è amante del sci-fi le conosce meglio dei creatori della Marvel con il multiverso), qualcosa nella storia è andato storto o, meglio, è possibile che un fatto si sia verificato con due modalità diverse su due possibili piani spazio-temporali. E, se uno dei due, ha dato origine al finale noto di Steins; Gate, l’altro ha creato la versione di Steins; Gate 0. Il fatto determinante è – nemmeno a dirlo – la morte annunciata e prevista in tutti gli episodi della serie animata della giovane e brillante fisica Kurisu Makise. Mentre in Steins; Gate, Rintaro era riuscito a prevenirla e a scongiurarla, con diversi viaggi nel tempo e una serie di porte aperte in ipotetiche dimensioni, Steins; Gate 0 inizia in un universo in cui la morte di Kurisu si è determinata in modo inevitabile. Questo getta nello sconforto Rintaro, che, come sappiamo, considerava Kurisu non solo una semplice collega, ma anche il suo vero amore. In preda alla disperazione e continuamente supervisionato dai suoi vecchi amici di infanzia Mayuri e Daru, si reca, un giorno, ad un seminario scientifico, condotto dal professore americano Alexis Leskinen e dalla sua assistente giapponese (o, meglio, orgogliosamente di Okinawa) Maho Hiyajo, una scienziata folle in miniatura, spettinata e perennemente irascibile, che, guarda caso, è stata compagna di studio e di ricerca proprio di Kurisu. A tuto ciò, si aggiunga che Maho si avvale di un’intelligenza artificiale denominata Amadeus (in onore al compositore Mozart) e che ha il volto, la voce e la memoria di… Kurisu, ovviamente, che si mette a dialogare tranquillamente con Rintaro, aumentando la sua follia e fomentandolo a riprendere le redini del suo inusuale laboratorio. Anche perché, in quel rifugio di oggetti strani e personaggi variamente catalogati, piombano dal futuro anche Suzuha, figlia di Daru, una strana ragazza con lunghi capelli rossi e vagamente somigliante a Kurisu, Kagari, che chiama mamma Mayuri, e, naturalmente, spie e viaggiatori temporali, reduci di una futura e distruttiva guerra mondiale (che, tanto per cambiare, non manca mai), capatine tra l’universo Alfa e l’universo Beta e tanti tanti rompicapi da risolvere.

Steins; Gate 0 è un giro divertente nell’Iperuranio fantastico dei viaggi nel tempo e nello spazio e, anche se mancano un po’ le vivaci e battibeccanti conversazioni tra Kurisu e Rintaro, non mancheranno momenti comici, intervallati da momenti d’azione, qualche lacrima e assurde teorie sulla fine del mondo e dell’universo. O forse no? Attenzione al momento in cui Rintaro si sposta nell’universo Alfa, dove Kurisu non è solo viva e vegeta, ma interagisce con due diversi Rintaro e con la se stessa dell’intelligenza artificiale Amadeus. Tanto per non farsi mancare nulla.

Consigliato: a chi ama i viaggi spazio-temporali e sogna, prima o poi, di affrontarne uno; a chi ama il sci-fi in tutte le salse e da piccolo/a desiderava andare in giro con Marty Mc Fly; a chi è un po’ folle come Rintaro e la sua banda, ma, in fondo, ha un posto speciale nel suo cuore per l’amicizia.

Captain-in-Freckles

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