SwordArt Online – III stagione: Alicization & War of Underworld

Segue dalla recensione di SwordArt Online – II stagione: Phantom Bullet, Calibur, Mother Rosario, Ordinal Scale.

O meglio: segue dal finale senza parole del film Ordinal Scale. Qui sarebbe necessario qualche spoiler iniziale che vedrò di sorvolare. Diciamo che il finale di Ordinal Scale non è stato favorevole per la salute di Kirito, che si trova a lottare tra la vita e la morte attaccato ad una macchina. Il problema è che, ad un certo punto, sparisce dall’ospedale e da qualsiasi centro di cura in Giappone, portato su una piattaforma, dove il suo stato di incoscienza e di dipendenza dai macchinari viene sfruttato dal governo per monitorare il cosiddetto Progetto Alicization, che è qualcosa di più rispetto alla classica realtà virtuale perché, stavolta, la tecnologia Full Dive percepisce le emozioni umane con una verosimiglianza che va oltre la norma e che si fonde con l’anima stessa. Infatti, la nuova tecnologia si fonda sul Soul Traslator, che usa le leggi della fisica quantistica per trasferire letteralmente le anime umane all’interno della realtà virtuale e che è in grado di creare non solo intelligenze artificiali, ma vere e proprie anime artificiali. Così, mentre Asuna, aiutata dagli amici di sempre e da una ricercatrice americana, muove tutte le leve per cercarlo e salvarlo, Kirito si trova in un mondo verde e ignoto, ma di cui conserva inaspettatamente dei ricordi di infanzia felice insieme ad un ragazzo, Eugeo, e ad una ragazza, Alice. Questo nuovo mondo è fortemente gerarchizzato con una casta militare presieduta dai Cavalieri dell’Integrità e dalla Chiesa Assiomatica e con una serie di divieti raccolti nell’Indice dei Tabù. La piccola Alice si addentra nel Dark Territory, dove vivono orchi, giganti e creature malvage, violando uno dei tabù previsti, per cui viene puntita dalla Chiesa Assiomatica e prelevata dai Cavalieri dell’Integrità in catene. Anni dopo, Eugeo e Kirito, ormai diventati Cavalieri, decidono di sfidare i vertici della Chiesa Assiomatica e di recuperare la loro amica di infanzia, che, nel frattempo, è diventata un temibile Cavaliere dell’Integrità, Alice Synthesis Thirty, completamente priva dei suoi ricordi e delle sue memorie.

Questa è solo la premessa, perché da questo punto la storia si snoda in un modo molto complesso con nuovi e vecchi personaggi, due tronconi (Alicization e War of Underworld) e una serie di archi narrativi (Beginning, Rising, Uniting, Invading, Exploding, Awekening e Lasting) per un totale di 47 episodi. Ma, al di là della lunghezza della terza stagione, la complessità risiede anche nell’espediente tecnologico usato, che, se da un lato ci fa apprezzare una diversificazione rispetto alle stagioni precedenti, dall’altro lato mette i brividi per la minaccia che l’abuso della tecnologia può portare nelle vite umane. E non solo. Alicization introduce una serie di analisi su alcune tematiche molto pesanti, che ci fanno capire come sia cresciuto sia il pubblico di Sword Art Online e anche i suoi personaggi: dal tema onnipresente dell’amore e dell’amicizia, si passa alle tematiche della diseguaglianza sociale, dell’abuso di potere politico, del razzismo, della gerarchia quasi teocratica, ma anche del quesito su cosa sia l’anima e come possa essere giustificata la sua esistenza. Ecco: forse certe volte le tematiche presente sono un po’ troppe per lo spettatore, che rischia di perdere le fila della storia e di perdersi letteralmente tra gli innumerevoli quesiti proposti, a scapito anche di quella giocosità e di quella leggerezza, che, malgrado la drammaticità delle prime due stagione, si continuava a percepire. Inoltre, l’introduzione di nuovi personaggi (di tanti nuovi personaggi!) rischia di compromettere la stabilità dei vecchi, tanto da chiedersi se non era meglio portare avanti la stagione a prescindere dai vecchi personaggi: se, da un lato, il personaggio di Alice giganteggia (soprattutto, in sua assenza) e quello di Eugeo rimane impresso nelle menti e nei cuori degli spettatori, la figura di Asuna ne risente fortemente, onnipresente, ma quasi bloccata nel suo ruolo di eterna fidanzata e di salvatrice morale di Kirito (senza mai combattere seriamente), mentre Suguha e Sinon sembrano intervenire solo per sacrificarsi a pezzi in guerra, ma senza avere lo spazio di crescita che due personaggi così importanti si sarebbero meritate. Tuttavia, nonostante le sbavature e i buchi di trama, dovuti ad una pretesa molto ambiziosa, Alicization si dimostra un prodotto originale e particolare, che vale la pena recuperare e che, forse, avrebbe bisogno di essere ripreso e trattato meglio anche dagli animatori, perché dona spunti che nessun altro anime aveva ancora osato introdurre (o, perlomeno, lo aveva fatto solo parzialmente, come Fate/Stay/Night). Inoltre, presenta una tale carrellata di cattivi così atroci e così reietti, che inizieremo a pensare ai cattivi delle prime due stagioni come a dei samaritani.

Piccola avvertenza: se decidete di recuperare tutto l’anime, tenetevi a mente i nomi di tutti i personaggi incontrati nelle prime due stagioni e del film (magari, scriveteli su un foglio da parte), perché vi saranno utili per capire l’enorme e apocalittica battaglia finale di War of Underworld, che, da sola, meriterebbe un capitolo a part. Così merita un capitolo a parte la frase pronunciata da Suguha/Leafa, crivellata di colpi, trafitta da ogni dove e accecata in un occhio (tributo a certe immagini di Evangelion) e, pur tuttavia, capace di rigenerarsi, di rimettersi in piedi, prendere la spada in mano e urlare: Non mi è concesso essere sconfitta. Vi dico solo che l’ho adottato come mantra in un periodo complesso della mia vita. Direi che vale il recupero.

Consigliato: a chi ha amato le prime due stagioni di Sword Art Online e le avventure di Kirito, Asuna e compagni; a chi cerca un anime che dia uno sprone importante e che raffronti con una parte oscura di noi stessi; a chi apprezza sempre le epiche battaglie di spada e, forse, sul campo avrebbe urlato come Suguha di fronte al pericolo, sofferente, ma certo della vittoria.

Captain-in-Freckles

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