Se avete seguito tutte le dirette di Mugen Train Arc ed Entertainment Distric Arc, i due archi narrativi di cui è composta la seconda stagione dell’anime Demon Slayer, non potete perdere quest’altra recensione, che spiega la trama unica di quest’anime/manga, addentrandosi nei capitoli che formano la prima stagione dell’anime.
La storia inizia nel nord del Giappone, in una zona nevosa e montuosa, nel periodo Taisho (1912-1926). Tanjiro Kamado è il primogenito di una famiglia numerosa, che è rimasta senza padre, e lavora trasportando carbone fino al villaggio nella sua gerla. Un giorno, torna a casa e trova la famiglia massacrata da un demone, ad eccezione della sorella quasi coetanea Nezuko Kamado, sopravvissuta allo sterminio, ma trasformata in un demone. Tuttavia, Tanjiro non crede che la natura buona della sorella sia cambiata. Non cedendo alle pressioni dei cacciatori di demoni che vogliono uccidere Nezuko, ripone fiducia in lei e decide di intraprendere un viaggio per cercare un rimedio e far tornare umana sua sorella. Inizia, così, un cammino che è un vero e proprio percorso di formazione e che porta Tanjiro e Nezuko ad entrare nella squadra degli ammazzademoni, ad imparare tutte le tecniche per fronteggiare i demoni e ad affrontare il famigerato primo demone Muzan.
Tanjiro e Nezuko saranno aiutati nel loro viaggio da una serie di personaggi incredibili, ognuno dei quali meriterebbe una trattazione per sé. C’è Zenit’su Agatsuma, un ragazzo timoroso e codardo, che è stato colpito da giovane da un fulmine (motivo dei suoi capelli biondi) e possiede una seconda personalità coraggiosa e temeraria, che viene fuori solo quando dorme o sviene. C’è Inosuke Hashibira, un ragazzo selvaggio che indossa perennemente una testa di cinghiale (memoria di un passato che l’ha visto crescere nei boschi) e che si crede una divinità. C’è Kanao Tsuyuri, una ragazza tranquilla ed empatica, che entra nella squadra degli ammazzademoni insieme a Tanjiro e che tenta di superare le proprie insicurezze. C’è Tamayo, un demone che prova empatia per gli esseri umani, ha competenze mediche e dà una speranza a Tanjiro sulla possibilità di trovare una cura per la sorella. C’è la famiglia Ubayashiki, retta dal Kabaya e investita del sacro compito di sterminare i demoni che flagellano l’umanità. E, poi, ci sono i Pilastri (Hashira) degli ammazzademoni, l’aristocrazia degli spadaccini, rappresentanti di poteri e abilità uniche, derivanti dalle loro tecniche di respirazione, ma soprattutto l’ultimo baluardo contro le forze demoniache, capeggiate dalle Sei Lune Crescenti e dalle Sei Lune Calanti. Nel suo viaggio iniziale, in effetti, Tanjiro si imbatte subito in Giyu Tomioka, Pilastro dell’acqua, che lo avvia dal suo vecchio maestro Sakonji Urokodaki per imparare la respirazione dell’acqua e superare l’esame per entrare ufficialmente nella grande famiglia degli ammazzademoni. Più avanti, conosce Shinobu Kocho, Pilastro dell’Insetto e maestra di Kanao Tsuyuri, ammazzademone dall’aspetto falsamente mite, ma, in realtà, avvelenatrice di demoni professionista, che lo stimola a continuare la sua formazione, inviandolo da Rengoku Kyojuro.
Ma Tanjiro si imbatte anche in una serie di vicende umane e demoniache, che forgeranno il suo carattere e lo stimoleranno nel raggiungimento del suo obiettivo: non tanto (e non solo) eliminare i demoni dal mondo umano, quanto estirpare il Male che affligge l’umanità e che la deforma, costringendola a compiere brutalità e a soffrire continuamente. Perché Tanjiro parte da un presupposto che lo distingue da tutti gli altri ammazzademoni: sa che ogni demone è solo una creatura che soffre e che, per diversi motivi, volente o nolente, è stata costretta ad eliminare la propria umanità per trasformarsi in un mostro, come è accaduto a sua sorella, ma che può fermare il male che sta compiendo solo riscoprendo i suoi valori e il suo comune sentire umano. Un demone non diventa tale solo per la sua trasformazione fatta da un’entità malvagia e suprema, ma lo diventa quando accetta la sua nuova natura senza porre obiezioni e la accetta non tanto quando è accecato dall’odio, ma quando è colpito dalla mancanza di amore. Nezuko non è speciale di per sé, ma è speciale perché vuole continuare ad essere umana, senza eliminare tutte quelle caratteristiche che la rendono unica nella sua debolezza e con la luce dell’affetto fraterno che è per lei un vero e proprio faro per opporsi alla sua nuova natura demoniaca.
Poi, ci sono tanti altri motivi per cui Tanjiro non è un ammazzademoni qualunque, ma è la vera sfida alla teoria del terrore di Muzan, ma si scopriranno sono durante la visione dell’anime.
Consigliato: a chi ama le leggende di miti giapponesi, l’epoca Taisho e anche un po’ di Rashomon e di Akira Kurosawa; a chi ha sempre sognato di armeggiare con una katana come un vero samurai e a chi aspira a diventare un cacciatore di demoni; a chi sa che l’affetto familiare profondo, alla fine, salva sempre da qualsiasi male e non rinuncerebbe mai alla sua umanità.
Captain-in-Freckles

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