Bad and Crazy (ovvero elegia della doppia personalità)

Diciamo la verità: dopo un po’, i drama troppo romance mi fanno sentire incatenata e sento immediatamente la mancanza di azione, sparatorie e un pizzico di crime. Per cui, quando mi sono imbattuta in Bad and Crazy, ho trovato la serie perfetta per me, un mix di action movie e di umorismo, che scava tunnel profondi nel buio dell’anima e nella psiche. Perché tutti, per citare Pirandello, siamo uno, nessuno e centomila.

La storia gravita intorno a Ryu Soo-yeol (interpretato da un Lee Dong-wook mattatore sopra le righe), un poliziotto corrotto, avido, a tratti pauroso e anche un po’ tirchio, il cui unico scopo è fare carriera a scapito dei suoi colleghi (motivo per cui chiude spesso un occhio sulle malefatte interne e va a cena con politici che allungano bustarelle): un cattivo agente della giustizia che lavora principalmente per se stesso. Al contrario, K (sornione e folle Wi Ha-joon nella sua interpretazione) ha un senso così elevato della giustizia da sentirsi un vero e proprio supereroe, tanto che gira per le strade con la sua motocicletta come un vigilante per lottare per i più deboli. Ed è pazzo furioso, perlopiù. Il fatto è che – plotwist – Ryul Soo-yeol e K sono la stessa persona.

Proprio così. Perché, mentre Ryu Soo-yeol vorrebbe lottare per la giustizia e scoprire il vaso di Pandora della corruzione interna, ma è costretto a subire e ad adattarsi al sistema, il suo alter ego è completamente svincolato da qualsiasi sovrastruttura sociale e, quindi, agisce di conseguenza solo seguendo la propria morale. D’altronde, K si autodefinisce il supereroe personale di Ryu Soo-yeol, creato da lui stesso per aiutarlo ad affrontare i momenti difficili, ma anche per compiere quelle azioni che Ryu Soo-yeol non sarebbe mai in grado di compiere da solo. E non si tratta solo di lanciarsi da un palazzo in fiamme, di salvare persone o di picchiare – a tempo di musica, naturalmente – venti pericolosi trafficanti di droga in un’unica volta, quanto di affrontare il buio dell’inconscio e i traumi dell’infanzia che Ryu Soo-yeol ha sempre negato.

Cara vecchia bipolarità! Bad and Crazy è un drama unico nel suo genere, che sembra iniziare in sordina come una semplice storia crime per, poi, addentrarsi in argomenti complessi, aprendo lo squarcio che esiste tra la realtà delle cose e la nostra percezione e, soprattutto, tra quello che siamo, quello che vorremmo essere e quello che le altre persone vedono in noi. Siamo tanti, a seconda dei momenti che viviamo, e non siamo nessuno in particolare e, quando non vogliamo vivere certe situazioni o non sappiamo come affrontarle, ci sembra quasi di negare noi stessi e di essere un’altra persona. Ma è in questa moltitudine e in questa complessità che si caratterizza anche la nostra unicità e la nostra esclusività.

Menzione a parte per il citazionismo presente all’interno di questo drama, che aiuta ad entrare nella giusta dimensione della doppia personalità del protagonista, a cominciare con la scena iniziale, che riecheggia Fight Club, per continuare con la sigla con quei titoli un po’ tarantiniani e un po’ leoniani che definiscono il Bad e il Crazy di questa storia.

Consigliato: a chi ama il genere crime e non si infastidisce per le scene di sangue (vi avverto); a chi cerca un drama diverso e unico nella sua specie o vuol prendere una boccata d’aria dai classici drama; a chi non ha paura di affrontare le proprie paure e le proprie personalità; e, infine, a chi non ha mai visto un drama, ma sa che “la prima regola del Fight Club è non parlare del Fight Club”.

Captain-in-Freckles