Ammetto di avere una vera e propria fissa per questo drama, che non è perfetto, ha tante e gravi carenze tecniche (il green screen sparato a caso, gli effetti speciali solo intuiti), ma che è stato per me quasi un ritorno all’infanzia, un tuffo in un mondo fiabesco e magico, pieno di personaggi strani, fantasmi, demoni malvagi e spiriti guida, dove il vero potere soprannaturale deriva dalla forza e dalla determinazione nascosti in noi stessi.
La protagonista, Jin Seon-mi (perfetta Oh Yeon-seon in questo ruolo), è una bambina timida e solitaria che vede e parla con fantasmi e strane creature e, un giorno, stringe con uno di essi uno strano patto di protezione, salvo dimenticarsi totalmente – a causa della magia del suo interlocutore soprannaturale – il suo vero nome. Venticinque anni dopo, diventata una donna schiva e riservata, perennemente vestita di nero e responsabile di un’agenzia immobiliare che gestisce “case infestate” (seriamente, è proprio il suo lavoro!), si imbatte casualmente nella creatura del suo patto d’infanzia. Egli si rivela essere Son O-gong (interpretato dall’istrionico Lee Seung-gi), Grande Saggio, Pari del Cielo, spirito della Scimmia, ma soprattutto spirito divino, eccentrico, spregiudicato, indisciplinato ed egoista, punito dal cielo per le sue numerose malefatte e spedito sulla terra, condannato a non bere alcolici (grande sacrificio per il povero Son O-gong, che colleziona liquori pregiati nel suo Grotto della Scimmia) e legato indissolubilmente al destino di Jin Seon-mi (su cui grava il ruolo e il compito di Samjang, come salvatrice dell’umanità), grazie anche ad un braccialetto fatato, il Geumganggo, da cui non riesce a liberarsi. L’incontro/scontro tra i due non è dei più semplici, tra litigi, momenti di complicità e di gelosia che si alternano, i “Saranghae” (ti amo, in coreano) urlati da Son O-gong e i tentativi di Jin Seon-mi di ignorarlo.
Col tempo, però, i due diventano una squadra infallibile contro mostri, malefici e diavolerie varie, coadiuvati dalla presenza di altre creature nascoste in semplici umani: Woo Hwi-chul (interpretato da Cha Seung-won), mentore e produttore musicale di un programma simile a X-Factor, ma che, in realtà, è il Re Demone / spirito del toro Woo Ma-wang; P.K. (interpretato da Lee Hong-ki), cantante idol con folle di fanatici, ma che, in realtà, è lo spirito del maiale Jeo Pal-kye; Ma Ji-young (interpretata da Lee El), fedelissima segretaria di Woo Hwi-chul, ma anche spirito del cane; Richie (interpretata da Lee Se-young), uno zombie dal cuore d’oro; Alice (interpretata da Yoon Bo-ra delle Sistar), formalmente una cantante narcisista, ma, in realtà, lo spirito del polipo Ok-ryong; Yoo Dae-sik (interpretato da Jang Gwang), un pacato uomo d’affari di mezza età, che cela l’identità dello spirito della sabbia Sa Oh-jeong; per non dimenticare il Generale Inverno e la Fata dell’Estate (interpretati, entrambi, da Sung Hyuk). Le avventure del nostro composito e “mostruoso” gruppetto quasi umano vanno avanti, vicenda per vicenda, fino ad arrivare al finale, cioè a compiere il destino fatale di Samjang e del suo spirito guardiano Son O-gong per salvare l’umanità dal Male supremo. Ma, ancora una volta, i due, che hanno messo più volte in crisi il Cielo, cambieranno quello che è stato scritto per loro, dimostrando che ognuno è padrone del proprio destino, soprattutto quando si può contare sull’aiuto di amici così meravigliosi.
“A Korean Odyssey” (Hwa-yugi) è la libera trasposizione delle leggende contenute nel libro “Il viaggio in Occidente” di Wu Cheng’en, un vero classico in tutto l’Estremo Oriente, che narra le vicende fantastiche del viaggio di Sanzang, un monaco buddista incaricato di portare in India delle sacre scritture e scortato nella sua missione da una piccola schiera di mostri buffi e magici, capeggiati da Sun Wukong, meglio noto come Scimmiotto (o il Re Scimmia). Il libro ha avuto numerose versioni più o meno sintetizzate o adattate per un pubblico di bambini (in Asia tutti i bambini adorano Scimmiotto) ed è stato più volte fonte di ispirazione di film, serie, cartoni animati (lo stesso Goku di Dragon Ball è ispirato al personaggio di Scimmiotto).
Il drama è un mix di registri dove il fantastico e il meraviglioso si incastrano con leggerezza con il comico e il romantico, grazie ad interpretazioni sempre perfette e mai esagerate o stonate, calcolate all’unisono in una narrazione fiabesca. Un esperimento che regala freschezza e buonumore, ma che fa anche capire quanto ognuno di noi sia speciale, quasi come se fosse Samjang.
Consigliato: a chi ama la fiabe e le leggende; a chi adora le atmosfere fantastiche e i personaggi soprannaturali; a chi vuole immergersi in un altro mondo e uscirne fortificati; oppure a chi apprezza i look eccentrici di Scimmiotto (pellicce rosse comprese).
Captain-in-Freckles

forse il drama romantico che ho amato più di tutti, nonostante le pecche… spero sempre in una seconda stagione che ormai, temo, non sarà mai realizzata…
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Non è un drama perfetto, ma cosa importa quando lo amiamo così tanto? Ti capiamo perfettamente. Noi attendiamo la seconda stagione da anni e, anche se non si realizzerà mai, continuiamo a guardare e riguardare gli episodi. Grazie per il tuo commento.
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